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Don Giovanni al tempo del Covid al "Massimo" di Palermo

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Don Giovanni al tempo del Covid al "Massimo" di Palermo

Successo per l'opera di Mozart, la seduzione non teme distanze

PALERMO, 23 settembre 2020, 13:49

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La prima opera lirica al tempo del Covid è andata in scena al Teatro Massimo di Palermo, per il Festival "Sotto una nuova luce", ed è stato un successo: "Don Giovanni" di Mozart nella versione di Vienna, che si conclude con la morte del libertino. Un Don Giovanni credibile, il basso Alessio Arduini, bello, seducente, giovane, bravo e utilizzato al meglio dal regista Marco Gandini e dai filmati di Virginio Levrio. Primi piani mozzafiato, che fanno percepire l'inquietudine del personaggio, la sua bramosia, il suo essere sempre sospeso tra la ricerca del piacere e la nuova conquista.
    Il cinema è venuto in aiuto dell'opera e ha reso tutto molto più semplice e convincente. L'orchestra è in platea, i cantanti si muovono tra la platea, il palcoscenico, le pedane di proscenio, sempre molto distanti gli uni dagli altri, ma con una dinamicità che segue il ritmo mozartiano e con i protagonisti che esprimono il gioco della seduzione senza bisogno di toccarsi o stare vicini.
    Il pubblico, 200 spettatori circa, è distribuito nei palchi.
    Omer Meir Wellber, questa volta non è sul podio, ma al clavicembalo, dirige l'orchestra e suona, dando vita ai recitativi più innovativi che si siano sentiti fino a ora, bravissimo, ha stabilito con l'orchestra un grado di complicità difficilmente raggiungibile e soprattutto con Daniela Pellegrino al cembalo. L' impianto visivo è di Virginio Levrio, con i portici e i campielli e la torbida laguna in cui si specchia il protagonista. Ottima prova per Leporello, interpretato da Riccardo Fassi, ma tutto il cast è da applausi a scena aperta.
   
   

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