"Qual è il senso della pena?
Costituzionalmente è chiaro, il reintegro in società. E
lavoriamo perché questo sia sempre più vero". Lo ha affermato
Domenico Palermo, direttore del progetto Koinè, conclusosi a
luglio, a l'incontro, nel salone delle Adunanze di Palazzo di
Giustizia di Catania, su 'Il senso della pena - Dalla rete al
presidio per la giustizia di comunità'.
Il progetto Koinè è stato, da settembre 2022 ad agosto
2024, l'istituzione di un "presidio per la Giustizia di comunità
in Sicilia orientale", che ha visto effettuare laboratori e dato
supporto psicologico nelle carceri. Inoltre ha sono stati fatti
interventi altamente impattanti sulla vita, come la possibilità
di un tirocinio lavorativo, trasformatisi oggi anche in lavoro
stabile per alcuni dei beneficiari, persone in esecuzione penale
o messe alla prova.
A guardare i numeri, l'obiettivo sembra raggiunto: "Il
target era di 90 detenuti, ne abbiamo raggiunti 549, sei volte
di più. Di questi il 75% era in carcere. Abbiamo inoltre
distribuito oltre 300 sussidi economici per aiuti familiari ai
detenuti e 27 per l'autonomia abitativa", spiega Palermo.
L'obiettivo dell'incontro a Palazzo di giustizia era
interrogarsi sui risultati raggiunti da quello che è stato, di
fatto, il primo tentativo regionale della Sicilia orientale di
dare corso all'attuazione dei percorsi e dei programmi contenuti
dalla cosiddetta riforma Cartabia che fa della giustizia
riparativa uno dei suoi pilastri. E' stato anche l'occasione per
visualizzare due video di testimonianze da parte di aziende
partner del progetto Koinè (Gusto market a Ortigia, con
Valentina passata dalla pena al lavoro a tempo indeterminato, e
Nisi Pasticcerie di Belpasso che fa export di prodotti tipici
siciliani), e per presentare in anteprima il volume "Libero è il
pensiero. Voci sogni parole e immagini dal carcere", che
raccoglie scritti e testimonianze dirette sul carcere, frutto
dell'impegno ultra decennale di Prospettiva in materia. Hanno
aperto i lavori i presidenti della Corte d'appello, Filippo
Pennisi, del Truibunale, Francesco Mannino, la procuratrice
facente funzioni, Agata Santonocito e la direttrice dell'Ufficio
distrettuale esecuzione penale esterna di Catania, Maria Pia
Fontana.
Il progetto, a cui per i risultati raggiunti è stata data
continuità per un nuovo biennio con il nome di 'Koinè Restart',
ha costituito il "presidio" nell'area di competenza delle Corti
d'Appello di Catania e Messina coinvolgendo come partner attivi
l'Amministrazione penitenziaria, Uffici di esecuzione penale
esterna e Tribunali di Catania e Messina, il Dipartimento di
Giustizia ed è stato finanziato dalla Regione Sicilia e dalla
Cassa delle Ammende
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