Dario Aita e Giuseppe Scoditti
sono i protagonisti de Il calapranzi di Harold Pinter, che
debutterà in prima nazionale - mercoledì 29 gennaio alle ore 21
nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo - nel nuovo
allestimento diretto da Roberto Rustioni e prodotto dal Biondo.
Repliche fino al 9 febbraio.
Nella traduzione di Alessandra Serra e con le scene di Valentina
Console, Il calapranzi (The Dumb Waiter) ripropone le atmosfere
noir create da Pinter nel 1957 e rappresentate per la prima
volta a Londra nel 1960.
I protagonisti della pièce, Ben e Gus, sono due killer confinati
in uno squallido e asfittico seminterrato, nel quale attendono
istruzioni sulla vittima designata. Un misterioso mandante
comunica con loro attraverso un montacarichi, il calapranzi
appunto. Tra l'autoritario nervosismo di Ben e la pacata
rassegnazione di Gus si configura una situazione surreale, che
assurge a metafora della condizione umana.
«Da tempo avevo il desiderio di lavorare su Harold Pinter -
spiega Rustioni - non solo perché è uno degli scrittori di
teatro più affascinanti e stimolanti che un regista possa
affrontare, ma soprattutto perché è uno dei pilastri su cui si
fonda la poetica della modernità. Insieme a Čechov, Beckett e
Joyce, esplora la dimensione misteriosa della condizione umana
mettendo in atto nella sua scrittura il nascosto, il non detto,
ciò che non si vede ma che conta più di ogni altra cosa».
Tra echi kafkiani e riflessioni filosofiche, nel Calapranzi
assistiamo a una sorta di "varietà" dell'assurdo, nel quale
possiamo riconoscere tutte le preoccupazioni e le angosce della
nostra epoca.
"Ben e Gus - aggiunge Rustioni - si affrontano in continui
conflitti dentro un perfetto ring tragicomico avvincente, duro e
divertente: la loro lotta comica e disperata riflette una
dimensione politica del testo. Si parla di potere, di violenza e
di come la violenza sia strettamente legata al potere".
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