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Stupratore seriale a Roma, Simone Borgese va in carcere

Stupratore seriale a Roma, Simone Borgese va in carcere

La Cassazione ha respinto l'istanza dei difensori dopo il Riesame

ROMA, 09 ottobre 2024, 18:26

di Marco Maffettone

ANSACheck
Simone Borgese - RIPRODUZIONE RISERVATA

Simone Borgese - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Tornano ad aprirsi le porte del carcere per Simone Borgese, accusato di violenza sessuale nei confronti di una studentessa avvenuta a Roma l'8 maggio scorso e già condannato per altri due episodi di abusi. Per l'uomo, che si trovava da giugno agli arresti domiciliari su disposizione del gip di Roma, la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dei difensori che avevano impugnato la decisione del tribunale del Riesame di piazzale Clodio che, a sua volta, aveva accolto l'appello presentato dalla Procura sulla richiesta di misura cautelare in carcere.

    Il 39enne ha già scontato una condanna ad oltre 7 anni di carcere per lo stupro di una tassista avvenuto sempre l'8 maggio ma del 2015.

    Nell'ordinanza cautelare emessa per la violenza ai danni di una studentessa, il giudice afferma che sussiste il "concreto pericolo" che Borgese commetta "delitti della stessa specie di quello per cui si procede"

Un pericolo che sarebbe "desumibile dalle modalità delle condotte, che dimostrano la volontà di sopraffazione dell'uomo cui fa da contorno al circostanza che il Borgese ha precedenti specifici".

    All'uomo è contestata la violenza sessuale aggravata per l'episodio avvenuto sei mesi fa. Una serialità, un modus operandi che non fa escludere agli inquirenti la possibilità che l'uomo sia autore di altri episodi e le indagini sono in corso per verificare eventuali altri casi.

    Il copione dell'ultima violenza è praticamente sovrapponibile a quello messo in atto 11 anni fa e costato a Borgese la condanna. Anche la zona scelta per le aggressioni: strade isolate non molto distanti da Piana del Sole dove Borgese aggredì sessualmente la tassista.

    Ad insospettire gli inquirenti inoltre la 'sicurezza' mostrata alla studentessa avvicinata in pieno giorno mentre si trovava alla fermata degli autobus sulla Magliana per tornare a casa.

    L'aggressore l'ha avvicinata con la scusa di chiederle alcune informazioni stradali e l'ha convinta a salire in auto, fingendo di avere il cellulare scarico. Colta di sorpresa e vedendolo in serie difficoltà, si è fidata ed è salita a bordo. A quel punto ha iniziato a farle avances sempre più insistenti. Poi si è diretto in una zona isolata e avrebbe abusato di lei. Solo dopo le ha restituito lo smartphone e l'ha riaccompagnata nei pressi di Villa Bonelli. La ragazza si è prima confidata con un'amica poi ha raccontato tutto ai genitori. Grazie alla descrizione fornita agli agenti e all'analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, che puntano sul percorso si è arrivati a lui. 

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