Il gup di Trento, Gianmarco Giua, ha disposto il rinvio a giudizio per un ex appuntato dei carabinieri per violazione di domicilio commessa da un pubblico ufficiale, minaccia aggravata dall'intimidazione, violenza privata, rivelazione di segreto d'ufficio e calunnia per aver creato indizi di reati mai avvenuti. I fatti per cui la Procura di Trento ha chiesto di procedere - apprende l'ANSA - risalgono a fine settembre 2022, quando l'uomo, di 41 anni, era in servizio in Val di Sole.
Secondo la ricostruzione dell'accusa, rappresentata dal procuratore capo Sandro Raimondi e dalla sostituto procuratore Maria Colpani, il 41enne - che respinge ogni addebito - durante un servizio di pattuglia, avrebbe seguito fino alla propria abitazione un uomo di 38 anni, accompagnato dalla propria fidanzata, accendendo i lampeggianti solo una volta che questi avevano parcheggiato nel garage di casa. Alla richiesta di identificazione, avrebbe inoltre cercato di strattonare l'uomo per portarlo fuori dalla pertinenza privata, contestando reati inesistenti e minacciando l'arresto in flagranza e il sequestro del veicolo. Alla reazione ferma del 38enne, il militare avrebbe quindi chiamato i genitori dell'uomo, obbligandoli a scendere in piena notte in strada, informandosi sull'attività del figlio e minacciandoli di creargli difficoltà sul lavoro.
Il giorno successivo, il militare avrebbe poi redatto un rapporto falso, in cui riportava di aver fermato l'uomo alla guida di un veicolo mentre mostrava segni inequivocabili di abuso di alcolici e di aver ricevuto il rifiuto della fidanzata del 38enne a fornire le proprie generalità. Entrambi i fatti riportati non sono stati confermati dall'altro carabiniere di pattuglia. Tuttavia dal rapporto è partita una denuncia all'autorità giudiziaria, da cui è scaturito un procedimento penale poi chiuso per insussistenza del fatto.
Qualche giorno dopo l'episodio, il 38enne, costituitosi poi parte civile e difeso dall'avvocato Andrea De Bertolini, ha segnalato il comportamento del militare al comando di legione dei carabinieri del Trentino Alto Adige, attraverso il portale online dedicato ai cittadini. L'Arma ha quindi comunicato l'episodio alla Procura della Repubblica di Trento quale notizia di reato. Di seguito si è anche aggiunta la querela del 38enne.
La prima udienza di fronte al Tribunale di Trento è fissata per il prossimo 2 ottobre. Attualmente l'imputato non è più tra il personale dell'arma.
PRECISAZIONE - BOLZANO, 10 MAR - In relazione alla notizia più in alto pubblicata, l'ex carabiniere coinvolto nella vicenda precisa che il collega in servizio con lui all'epoca dei fatti "non ha fornito una versione dei fatti diversa" e che ogni diversa affermazione al riguardo "è totalmente priva di fondamento". Aggiunge, inoltre, che "la lettera con cui si chiedeva la sospensione della patente" non è a lui "attribuibile". Difatti, tale documento "risulta firmato dal comandante della Stazione e, in calce, riporta la sigla del carabiniere successivamente prosciolto". L'ex carabiniere evidenzia "la singolarità del procedimento, caratterizzato - a suo dire - da chiusura delle indagini in soli sei giorni dall'iscrizione nel registro degli indagati; persone indagate in un procedimento connesso sentite in caserma come semplici testimoni; interrogatorio difensivo disposto solo dopo cinque mesi, successivamente a un'inspiegabile proroga delle indagini preliminari, già dichiarate concluse; omessa trasmissione da parte della pg (Carabinieri) degli atti relativi agli indagati, ovvero a coloro che oggi sono ritenute persone offese". In conclusione l'ex carabiniere precisa di "non essere più in servizio nell'Arma per libera scelta". "Non ho subito alcun procedimento disciplinare o destituzione, bensì mi sono congedato volontariamente, proprio per come sono state svolte le indagini, e oggi sono in quiescenza", conclude.
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