La notizia che tutti da tempo auspicavano arriva all'improvviso e quando nessuno davvero se l'aspettava. Papa Francesco, dopo 38 giorni di ricovero per la polmonite bilaterale e l'infezione respiratoria polimicrobica, sarà oggi dimesso dal Policlinico Gemelli e potrà tornare a Santa Marta, dove però dovrà osservare un periodo di riposo e convalescenza di almeno due mesi.
L'annuncio ieri pomeriggio, in un briefing con la stampa, convocato all'ultimo momento. "La buona notizia che aspetta tutto il mondo è che domani il Santo Padre è in dimissione, tornerà a Santa Marta", scandisce il prof. Sergio Alfieri, responsabile dell'equipe medica che ha avuto in cura il Papa al Policlinico Universitario. Francesco sarà dimesso "in condizioni ciniche ormai stabili da almeno due settimane - aggiunge -. Ovviamente da parte di tutta l'equipe dei medici c'è la prescrizione di continuare parzialmente le terapie farmacologiche, che dovrà ancora effettuare per molto tempo, per via orale, ed è molto importante la raccomandazione di un periodo di riposo in convalescenza per almeno due mesi".
A Santa Marta il Papa continuerà anche la fisioterapia motoria e respiratoria. "E' una dimissione protetta - la definisce il dott. Luigi Carbone, medico referente del Pontefice in Vaticano -. Abbiamo valutato i fabbisogni e le necessità del Santo Padre, che sono il fabbisogno di ossigeno finché servirà, e che si spera in breve tempo di poter togliere, un'assistenza sanitaria che la Direzione di sanità e igiene può offrire tranquillamente a Santa Marta, e quindi ci siamo preparati per accoglierlo a casa". Per eventuali emergenze, in Vaticano è disponibile un servizio sulle 24 ore. "Il Santo Padre sta migliorando, speriamo che in breve tempo possa riprendere la sua normale attività", aggiunge Carbone. Per domani era stato annunciato oggi che il Papa all'Angelus, sempre diffuso in forma scritta come nelle precedenti cinque domeniche, si sarebbe affacciato per un saluto e una benedizione ai fedeli.
E dopo, "prima possibile", ha spiegato il direttore della Sala stampa Matteo Bruni, "prenderà la via di Santa Marta". Nel briefing viene anche fatto un riassunto di queste quasi sei settimane al Gemelli, dove Francesco è arrivato il 14 febbraio "con un'insufficienza respiratoria acuta dovuta a un'infezione polimicrobica. Quindi virus, batteri e miceti". Questi "hanno determinato una polmonite bilaterale severa che ha richiesto un trattamento farmacologico combinato". Durante il ricovero le condizioni cliniche del Papa "hanno presentato due episodi molto critici" nei quali "è stato in pericolo di vita": "le terapie farmacologiche, la somministrazione di ossigeno ad alti flussi e la ventilazione meccanica non assistita hanno fatto registrare un lento e progressivo miglioramento facendo uscire il Santo Padre dagli episodi più critici". Inoltre, "non è mai stato intubato, è sempre stato vigile, orientato e presente".
Alfieri aggiunge che il Papa "durante il ricovero ha sempre continuato a lavorare e continuerà a farlo anche quando tornerà a Santa Marta. La raccomandazione è di prendersi l'adeguato periodo di riposo e di convalescenza. Immediatamente non potrà riprendere l'attività lavorativa con gruppi di persone da incontrare o importanti impegni che potrà probabilmente effettuare una volta terminata la convalescenza prescritta e si potranno registrare i miglioramenti clinici attesi". Per quanto riguarda la necessità di "reimparare a parlare", di cui si è discusso in questi giorni, "quando si ha una polmonite bilaterale, i polmoni sono stati danneggiati, anche i muscoli respiratori sono stati in difficoltà - spiega sempre Alfieri -, una delle prime cose è che si perde un po' la voce e come per tutti i pazienti, soprattutto anziani, ci vorrà del tempo affinché torni quella di prima" Da dietro le quinte del Gemelli si apprende che almeno da una settimana Bergoglio, visti i progressi, scalpitava per essere riportato a Santa Marta. "Gli ulteriori progressi sono a casa propria. Anche perché l'ospedale è il posto peggiore per continuare la convalescenza perché è il posto dove si prendono più infezioni", commenta Alfieri. "Però è stato un paziente esemplare. Ha saputo ascoltare i suggerimenti".
All'annuncio che sarebbe stato dimesso, Francesco "era contentissimo. E' evidente che quando stava molto male è difficile che fosse di buonumore - ammette Alfieri -. Ma una mattina siamo andati ad auscultare i suoi polmoni dopo che aveva passato un brutto periodo e gli abbiamo detto 'Santo Padre come sta?, quando lui ci ha risposto 'sono ancora vivo', abbiamo capito che stava ancora bene e aveva ripreso il buonumore".
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