"L'appiglio per andare avanti è
quello che dopo tanto tempo abbiamo provato a dire nuovamente
anche attraverso il documentario. Capiamo se questo è
sufficiente a dare nuova linfa ad indagini, a nuove piste e
comunque la verità anche sulla vita professionale di Francesco
Marcone è opportuno rispolverarla. Io penso che Foggia sia in
cammino verso il cambiamento". Lo ha detto Daniela Marcone,
figlia di Francesco, il direttore del Registro di Foggia ucciso
il 31 marzo del 1995, dopo le sue denunce sulle irregolarità
riscontrate in quegli uffici. Oggi ricorre il 30esimo
anniversario della sua morte e per l'occasione è stata deposta
questa mattina una corona di fiori presso la stele a lui
dedicata.
"Credo si debba fare uno sforzo ulteriore, non dobbiamo
arrenderci - ha continuato Marcone -. E' evidente che le cose
negli anni sono cambiate. Quella cappa, quel silenzio, quel buio
ha oggi delle luci e quelle persone che si sono impegnate negli
anni a Foggia possono farlo ancora più liberamente. Abbiamo
provato a concentrarci sulla cultura della città per cambiare
l'approccio culturale del cittadino foggiano". "Rispolvero - ha
concluso - le parole dell'allora gip Lucia Navazio che diceva
che quello che destava più sconcerto era che un pezzo di parte
sana della città, pur conoscendo la verità, non aveva
collaborato".
E' intervenuto, tra gli altri, il procuratore di Foggia,
Ludovico Vaccaro, il quale ha sottolineato che "quando in un
omicidio non vengono individuati i responsabili è sempre una
sconfitta". "Ricordo - ha aggiunto - che quando giunsi a Foggia
nel 2018 promisi che ci sarebbe stato l'impegno nell'addivenire
alla verità e l'impegno c'è. I procedimenti che vengono
archiviati non sono definiti. Stanno lì posizionati in archivio
per poter essere riaperti appena c'è la possibilità. Vivo questo
momento con imbarazzo sotto il profilo istituzionale e con la
speranza che qualcosa in questa città e provincia stia cambiando
seppur lentamente. Abbiamo anche collaboratori di giustizia e
questo ci fa sperare che la verità prima o poi venga fuori".
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