Un grazie quasi sibilato, pronunciato
con gli occhi pieni di lacrime. Francesco Stasi guarda con
orgoglio la foto di suo figlio Cataldo, carabiniere assassinato
37 anni fa mentre era in servizio nel Bolognese, dalla banda
della Uno bianca. Quella foto ora si trova a pochi passi
dall'ingresso della caserma dei carabinieri di Ruvo di Puglia
(Bari) intitolata a Cataldo Stasti, vittima del terrorismo. "Per
noi è una grande soddisfazione nonostante il dolore.
L'intitolazione della caserma dei carabinieri a lui, la
cerimonia oggi nel giorno in cui avrebbe festeggiato il suo
compleanno, ci fanno felici. Ed è un modo per ribadire quanto
siamo orgogliosi di lui", ha detto Michele Stasi, con la voce
rotta dalla commozione.
Accanto a lui, la sorella Carmela. Sono emozionati mentre
viene scoperta la targa che dà il nome del fratello alla caserma
di Ruvo, città di cui il militare medaglia d'oro al valore
civile era originario. "Purtroppo mamma ci ha lasciato qualche
tempo fa ma da lassù so che anche lei è orgogliosa di Cataldo",
ha aggiunto Michele.
La cerimonia, accompagnata dalla fanfara dei carabinieri, è
stata l'occasione per ricordare che"Stasi è un esempio di
coraggio e di speranza per noi e per tutta la comunità", ha
detto il generale di brigata Gianluca Trombetti, comandante
provinciale dei carabinieri di Bari. "Indossare questa uniforme
è un forte motivo di orgoglio" perché "è un presidio
inderogabile di sicurezza e la sicurezza è un prerequisito
indispensabile per l'esercizio dei diritti e delle libertà che
la nostra Costituzione richiama e su cui l'Arma è chiamata a
vigilare", ha concluso il generale.
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