"Ministra la stimo e
l'ammiro, la capisco e la comprendo anche perchè non è nemmeno
facile però" serve "fare di più perchè le morti non
diminuiscono". Lo ha detto Emma Marrazzo, la madre di Luana
D'Orazio, nel suo intervento alla cerimonia per l'intitolazione
di una strada alla figlia nel comune di Montemurlo (Prato),
decisa dall'amministrazione comunale in ricordo della 22enne
morta stritolata in un orditoio il 3 maggio 2021 in una ditta a
Montemurlo.
A Emma Marrazzo consegnata anche una targa del Senato dalla
vicepresidente Maria Domenica Castellone, presente alla
cerimonia a cui ha preso parte la ministra Marina Calderone, la
presidente della Commissione parlamentare sulle condizioni di
lavoro in Italia Chiara Gribaudo, il prefetto di Prato Michela
La Iacona, il segretario generale della Uil Pier Paolo
Bombardieri, il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, il
presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, oltre
chiaramente al sindaco Simone Calamai. A tutte le istituzioni,
alle forze dell'ordine e a quanti sono stati vicini a lei e alla
sua famiglia, alla nipote Ilaria che ha chiesto al sindaco che
la strada fosse intitolata a Luana, Emma Marrazzo ha rivolto un
ringraziamento così come al presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, raccontando di una telefonata ricevuta dal Quirinale
e di un invito per il 2 giugno.
"Io la mia battaglia l'ho portata, l'ho portata perchè sto
sopravvivendo, non vivendo: la forza me dà il mio piccolo
nipote", il figlio di Luana, oggi nove anni. "La storia di Luana
ormai l'ho gridata al mondo intero, sappiamo tutti come è morta
ma non è una morte bianca, non ci sto" a definirla così, "è una
morte che ha tanto sangue non solo quello di mia figlia, ma
anche di me mamma, di mio figlio, del ragazzo, dei cugini".
Infine, ricordando Luana, ha detto che "era solare, le
sorridevano anche gli occhi": "Lei magari lassù starà
sorridendo" però per "noi qui è dolore".
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