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ANSA/ Musica:Elisir d'amore a Ancona,Meli lascia dopo primo atto

ANSA/ Musica:Elisir d'amore a Ancona,Meli lascia dopo primo atto

Per raucedine lo sostituisce Giusti, ma è comunque successo

ANCONA, 01 febbraio 2014, 13:32

Redazione ANSA

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E' stato un Elisir d'Amore di Donizetti un po' sfortunato quello quello che ieri sera ha inaugurato la stagione lirica del Teatro delle Muse di Ancona, con Francesco Meli (Nemorino), che per una raucedine alla fine del primo atto ha dovuto lasciare il posto al giovane tenore civitanovese Davide Giusti. In più il soprano Serena Gamberoni (Adina), moglie di Meli, salendo in bicicletta nella versione anni '50 del regista Arnaud Bernard è caduta, anche se senza conseguenze. All'inizio dello spettacolo la speaker delle Muse aveva annunciato che Meli nonostante la raucedine "avrebbe generosamente cantato lo stesso", cosa che ha fatto regalando al pubblico che ha esaurito tutti i posti del teatro alcuni assaggi della sua voce dal timbro morbido e luminoso. Ma non ce l'ha fatta ad arrivare fino in fondo. "Meli è senza voce - ha detto il direttore artistico Alessio Vlad dal palco prima del secondo atto - e siccome è uno dei migliori tenori italiani del momento e' meglio preservarlo". Giusti, che lo scorso anno alle Muse con regia dello stesso Bernard, aveva interpretato Azael ne L'Enfant Prodigue di Debussy, è stato incoraggiato dall'applauso del teatro, che si è ripetuto anche dopo 'Una furtiva lagrima', e alla fine della serata. La sua figura esile, la giovinezza e un casco di capelli ricci, assieme ad un'aria un po' impacciata, tipica di Nemorino, gli hanno assicurato il favore del pubblico. Divertente ed efficace la regia di Bernard, che rielaborando un suo allestimento dell'Elisir per il Circuito Lirico Lombardo, ha ambienta l'opera tra le mondine della campagna italiana degli anni '50, dove Dulcamara (Bruno Praticò) è un imbonitore televisivo che a bordo di una Citroen 'Due cavalli' pubblicizza i suoi miracolosi prodotti, mentre su pannelli mobili scorrono in bianco e nero videoproiezioni di Carosello. "Ho voluto raccontare come l'arrivo della tv abbia contaminato il mondo semplice e contadino di allora", aveva anticipato Bernard. Così il sergente Belcore (Alexey Bogdanchikov), irrompe sul palco in un fiammante sidecar, al comando di un drappello di bersaglieri con il fez zuavo, ma per il resto la scena è vuota, riempita solo dal sapiente gioco di luci e dai movimenti del coro e dei figuranti, bloccati da scatti fotografici come in un flash mob, quando i protagonisti eseguono arie solistiche. Un modo per contrapporre realtà e finzione, sottolineando anche gli elementi psicologici dei personaggi al di là dell'azione, con scene di Carlo Fiorini e costumi di Carla Ricotti. Gamberoni è stata un' Adina di temperamento e presenza scenica dall'inizio alla fine, applauditissima assieme a Praticò, che ha divertito tutti grazie alla sua consumata esperienza e una dizione chiarissima, apparendo in videoproiezione sul finale come un salvatore alato. Meno incisivo il russo Bogdanchikov, per la prima volta in un'opera in lingua italiana. Battimani anche per la marchigiana Marta Torbidono (Giannetta). Ottima, brillante e puntuale la direzione di Jader Bignamini sul podio della Form, come pure quella del Coro lirico marchigiano "V. Bellini", preparato da Carlo Morganti. Si replica domenica, con la speranza che Meli si sia ripreso.

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