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Videogiochi, da giovani di Napoli un game sul virus in laboratorio

Videogiochi, da giovani di Napoli un game sul virus in laboratorio

Ideato quattro anni fa, pronto ad uscita al tempo del coronavirus

ROMA, 29 aprile 2020, 12:56

Redazione ANSA

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Mirko Scarici e Alfonso Prota - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mirko Scarici e Alfonso Prota - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mirko Scarici e Alfonso Prota - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un esperimento andato male in un laboratorio di ricerca si tramuta in un virus letale trasmissibile per via aerea. Sembra il racconto di una teoria un po' complottista sul coronavirus invece è la trama di "Follia Dear Father", videogame horror survivor, realizzato da due giovani napoletani e che sarà a disposizione dal 30 aprile su tutte le piattaforme (Steam, PlayStation, XBox) a un prezzo tra i 20 e i 25 euro Il videogame arriva sulle piattaforme dopo quattro anni di lavoro del 24nne Mirko Scarici e del 23nne Alfonso Prota che hanno lavorato in questi anni in una veranda nel quartiere napoletano di Pianura al videogioco che avevano proposto Vincenzo e Giacomo Barbato, due imprenditori napoletani che due anni fa divennero noti per aver vinto la causa contro la Apple visto il nome scelto per la loro società "Steve Jobs". I fratelli Barbato dopo il successo in tribunale hanno deciso di investire sul talento dei giovani napoletani e così è fato il finanziamento delle attrezzature necessarie per lo sviluppo del videogame. "Quando raccontammo - dicono i due fratelli imprenditori - della vittoria contro gli avvocati della Apple, invitammo giovani talenti del nostro territorio a proporre le loro idee. Siamo stati contattati da due ragazzi, dei quartieri di Pianura e Quarto, che si sono presentati con un foglio a quadretti con la lista delle cose che avevano bisogno per sviluppare questa idea. Ci siamo entusiasmati, abbiamo creato la Real Game Machine per produrre il videogioco. Un'opera che di solito comporterebbe l'impiego di decine di persone, invece ci sono riusciti da soli".
    "Abbiamo studiato insieme al liceo Giordani - raccontano Mirko e Alfonso - e lì fantasticavamo sulla realizzazione di un videogame. Siamo autodidatti e per poter produrre la nostra idea avevamo bisogno di un investitore. Non abbiamo proseguito gli studi ma ci siamo fiondati su manuali di programmazione, game design in inglese, giocando tanto, ispirandosi al cinema». E per sviluppare il progetto si sono divisi i ruoli: Mirko si è occupato di sceneggiatura, ambientazione, concept di gioco, Alfonso di programmazione, animazione e sonoro. Il protagonista del videogame è Marcus Pitt, un adolescente come tanti, che una sera riceve una e-mail dell'università in cui lavorano i suoi genitori che racconta di qualcosa di grave accaduto all'interno della struttura, e i suoi genitori sono lì. I due ragazzi sono già a lavoro per la scrittura di un secondo capitolo di "Follia Dear Father". 
   

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