(ANSA) - NEW YORK, 10 DIC - Il Metropolitan di New York 'cancella' la famiglia Sackler, benefattori delle arti ma anche grossi industriali del farmaco, da alcune gallerie del museo compresa quella che ospita il maestoso Tempio di Dendur. La decisione, annunciata congiuntamente con la famiglia, è stata presa per distanziare il museo da un nome coinvolto fino al collo nella crisi degli oppiacei che ha ucciso oltre mezzo milione di americani negli ultimi vent'anni. "Le nostre famiglie hanno sempre sostenuto con forza il Met. I primi contributi risalgono a 50 anni fa e ora, nell'interesse del museo e della sua missione, è il momento di passare il testimone ad altri", hanno detto i discendenti di Mortimer e Raymond Sackler, con il fratello Arthur co-fondatori di Purdue Pharma, l'azienda che produce l'antidolorifico killer OxyContin. Il divorzio tra il più grande museo del mondo e alcuni dei suoi principali mecenati è una riprova dei cambiamenti che stanno rivoluzionando il modo con cui musei e altre istituzioni culturali dipendenti dalla filantropia privata scelgono i loro benefattori. Nel 2019 il Whitney ha perso un vice presidente del board, Warren Kanders, la cui azienda produceva lacrimogeni usati contro migranti, mentre il miliardario Leon Black si è fatto da parte dalla presidenza del Moma dopo che sono emersi legami poco chiari con il finanziere pedofilo Jeffrey Epstein. Il Met non è il primo museo a prendere le distanze dai Sackler: lo hanno preceduto la Serpentine Gallery di Londra e il Louvre a Parigi, ma quello di New York è un museo che fa tendenza: "Tutti conoscono il Tempio di Dendur e i Sackler sono stati tra i primi donatori", ha detto su Twitter Patrick Radden Keefe, il cui libro sul ruolo della famiglia nella crisi degli oppiacei "Empire of Pain" è uscito quest'anno. Due gallerie sono state risparmiate: portano i nomi di membri della famiglia di Arthur Sackler, morto nel 1987 prima che venisse creato l'oppiaceo assassino, e che hanno venduto le quote da lui ereditate di Purdue Pharma. I contributi dei Sackler al Met andavano avanti da decenni prima dell'annuncio due anni fa che il museo non li avrebbe più accettati. Nel 1974 Mortimer e Raymond Sackler donarono tre milioni e mezzo di dollari per accogliere i resti di un tempio donato dall'Egitto agli Stati Uniti e ricostruito a New York pietra su pietra nell'ala dalle grandi vetrate che si affacciano su Central Park. Quattro anni dopo, all'inaugurazione, la compagnia di Martha Graham danzò tra le rovine. La stessa ala fu al centro tre anni fa di una clamorosa protesta organizzata dalla fotografa Nan Goldin con altri artisti, attivisti e sopravvissuti alle dipendenze da oppiacei. Oggi, all'annuncio del Met, la Goldin si è detta "gratificata", anche se a suo avviso, "non è abbastanza per uscire dalla crisi".
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