Una sfida al tema dell'ignoto, un
interrogarsi sui misteri del mondo conosciuto e una lunga
riflessione tra arte, immaginazione, scienze su "quello che non
sappiamo di sapere". Alla vigilia dei suoi primi 100 anni di
storia, si racconta così la 23/a Esposizione Internazionale di
Triennale Milano, tra i più importanti e prestigiosi
appuntamenti dedicati al design e all'architettura, al via il 15
luglio fino all'11 dicembre sotto il titolo, appunto, Unknown
Unknowns. An introduction to Mysteries.
Uno sguardo nuovo sullo "sconosciuto", che porta la firma di
una curatrice 'prestata' dal mondo della scienza come
l'astrofisica Ersilia Vaudo, un curatore degli allestimenti come
Francis Keré (appena premiato con il Pritzkel Architecture Prize
2022, il Nobel dell'architettura) e un presidente come
l'archistar Stefano Boeri. "I tre anni successivi alla Triennale
del 2019 sono stati densi di profondi mutamenti - racconta il
ministro degli Esteri, Luigi Di Maio -. Dopo l'emergenza
pandemica attraversiamo oggi una gravissima crisi politica,
originata dall'ingiustificata aggressione russa ai danni
dell'Ucraina. Un contesto che mette in discussione le nostre
certezze obbligandoci a cercare nuovi equilibri e valutare
prospettive diverse". Proprio come la nuova edizione della
Triennale Milano promossa dal Maeci in collaborazione con il
Bureau International des Expositions. Una costellazione di
mostre e progetti, che riunirà 400 artisti, designer e
architetti da più di 40 Paesi e oltre 600 opere (di cui 23
commissionate ad hoc), 22 partecipazioni internazionali e un
cuore tutto dedicato al continente africano con 6 padiglioni
nazionali (Burkina Faso, Ghana, Kenya, Lesotho, Repubblica
Democratica del Congo e Ruanda). E nella quale, aggiunge Boeri,
"abbiamo lavorato specificatamente anche su un Padiglione
ucraino".
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