Esattamente cinque anni fa, il 9
aprile 2020, fu spento l'Altoforno della Ferriera di Servola. Da
allora, se si esclude un documentario, il gigantesco (per
l'epoca) impianto siderurgico e il suo carico di significati -
culturale, economico, sociale e ambientale - è caduto nel
dimenticatoio. A dispetto delle tante battaglie operaie e
cittadine che per anni hanno difeso lo stabilimento dalla
chiusura. Oggi una mostra fotografica di Enrico Conte, fa
riemergere dall'oblio la realtà della Ferriera.
"La Ferriera di Trieste, frammenti di una fine?", all'Antico
Caffè San Marco, resterà aperta fino all'8 maggio. Immortala
l'impianto nel periodo di smantellamento, a 123 anni dalla
inaugurazione, decretando oltre a quella della fabbrica anche la
morte dell' industria pesante in Italia (se si esclude il
complesso di Taranto sono poche le realtà del settore ancora
attive).
Dopo lo spegnimento dell'Altoforno, il 18 settembre 2022
furono fatti saltare in aria gli ultimi 4 manufatti e un camino
dopo che l'area a caldo fu smantellamenta; il 22 marzo 2023
furono fatti esplodere tre recuperatori cowper.
All'inaugurazione della mostra l'assessore comunale alla
Pianificazione territoriale Michele Babuder e l'architetta
Giulia Zolia dell'Autorità portuale si sono soffermati sul
futuro dello storico rione di Servola una volta conclusi gli
interventi urbanistici che prevedono tra l'altro la
realizzazione di un parco urbano in un quadro di valorizzazione
sociale e culturale. Enrico Conte ha parlato di "fotografie
documentarie, testimonianza di una fabbrica divenuta da
'avamposto industriale' a laboratorio di contemporaneità. Un
tributo per chi in quell'impianto ci ha lavorato". Infine, la
critica fotografica Monica Mazzolini si è soffermata sul
significato e l'importanza della fotografia, "frammento di
realtà" ma anche "finestra che si apre".
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