Nella Norvegia contemporanea, ma questo ormai vale anche per l'Italia, è fuga dalle relazioni tradizionali che regolano in genere i rapporti tra le persone: quelli affettivi, quelli sessuali e quelli amicali. Questo il senso di 'Love' del regista norvegese Dag Johan Haugerud, seconda parte di una trilogia, in sala dal 17 aprile con Wanted.
E questo dopo 'Dreams', già Orso d'oro a Berlino 2025, e 'Sex' in sala il 15 maggio in Italia ancora con Wanted.
Tanti i personaggi in questo film, per certi versi teatrale, che occupano di volta in volta lo schermo animati da lunghi dialoghi, alla ricerca di un'identità relazionale che contempli i desideri personali. Ovviamente centrali in questo anche le app d'incontri di Tinder e Grindr.
Protagonisti principali di 'Love' Marianne (Andrea Bræin Hovig), urologa etero inquieta, divisa tra sesso e amore, e Tor (Tayo Cittadella Jacobsen), infermiere omosessuale compassionevole e modernissimo che lavora nel suo stesso ospedale.
Una sera, dopo un appuntamento al buio, Marianne incontra Tor sul traghetto dove quest'ultimo passa spesso la notte in cerca di incontri fortuiti con altri uomini. In questa occasione i due si raccontano le loro rispettive intimità e si rendono anche conto che la loro sessualità ha ormai preso così tante derive da non poter essere inserita in nessuno schema legittimamente riconosciuto.
Così, presa coscienza della fluidità affettiva, Marianne inizia a mettere in discussione le norme sociali chiedendosi anche se un'intimità casuale possa essere un'opzione anche per lei.
"Per molti versi questo film è utopico - dice il regista -: riguarda infatti il tentativo di raggiungere l'intimità sessuale e mentale con gli altri senza necessariamente conformarsi alle norme e alle convenzioni sociali che governano le relazioni.
Credo che l'invenzione narrativa svolga un ruolo cruciale nell'immaginare mondi possibili e mentalità alternative, permette infatti alle persone di esprimersi e comportarsi in modi spesso insoliti. Questo serve da ispirazione per pensare in modi diversi nella vita reale. Con 'Love', e l'intera trilogia, il mio obiettivo principale - continua - è stato quello di far capire che è possibile immaginare nuovi modi di pensare e comportarsi. Queste varie sfumature di amore e sesso vengono tutte dai dialoghi di questi personaggi su temi come amore, vivere con qualcuno o soli, sposati o meno. Insomma una dialettica continua , una lotta portata avanti da persone comunque soddisfatte".
E ancora il regista: "La sessualità femminile, che sembra essere costantemente messa in discussione da uomini e donne in molte parti della società, è centrale nel film. Non siamo ancora arrivati a un punto in cui le donne possano fare scelte riguardanti la loro sessualità e la loro vita sentimentale senza doversi difendere o spiegare. Il film suggerisce anche che alcune esperienze e pratiche all'interno della comunità omosessuale potrebbero offrire spunti preziosi per la società in generale".
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