(di Anna Laura Bussa) EVELINA PISCIONE, ANNI DI GRAZIA (CASTELVECCHI, Pp 206, Euro 19,50) Un filo rosso che collega i mille modi diversi di essere madri, figlie, sorelle, amiche.
E l'amore come vero motore di tutto: scelte, rinunce, sacrifici, anche gesti che possono sembrare a prima vista semplici atti di egoismo o di sopravvivenza.
Il
libro scritto da Evelina Piscione, docente romana di filosofia,
Anni di grazia, è tutto questo e molto altro ancora.
E' la Storia vissuta dentro più storie. A cominciare da
quella di Maria, una bambina, poi donna e poi madre, che si
trova a dover fare i conti, per tutta la vita, con l'essere
stata abbandonata, appena nata, da una figura materna che
diventa, pagina dopo pagina, la vera grande protagonista del
libro. Amata fortemente da un padre che è riuscito ad essere per
lei entrambe i genitori, Maria vivrà tutta la sua esistenza
accompagnata e seguita da questa presenza-che non c'è. Una
madre, che lei conosce solo dalle fotografie sul comò della casa
paterna, ma che condizionerà molto la sua vita: dal nome che
metterà alla figlia, Ines Maria, alle radici argentine che sente
come proprie. E con la quale un confronto sembra impàri.
Attraverso il racconto di Maria e della sua famiglia, quella
che crea con Giacomo, detto il Capoccetta, conosciuto alla
facoltà di Filosofia, si rivivono quelli che furono gli anni '70
a Roma, visti attraverso l'esperienza di chi ha frequentato il
mondo di Comunione e Liberazione. Un movimento di cui si
analizzano valori e limiti. Ma, soprattutto, si ripercorre il
periodo della dittatura argentina di Jorge Rafael Videla con
tutto il bagaglio di dolore, torture e morte che questo ha
comportato. A cominciare dalla tragedia dei desaparecidos e
dalla lotta delle donne di Plaza de Mayo. Un' Argentina in cui,
quando ci va Maria in viaggio con Giacomo, si parla molto anche
di un arcivescovo destinato a diventare famoso: Jorge Bergoglio.
L'elemento femminile, con tutte le sue complessità e la sua
instancabile esigenza di lottare per affermare le proprie
scelte, è il perno intorno al quale ruota l'intero romanzo, a
tratti intimista, non privo di colpi di scena, in cui si cerca
di dare, anche attraverso riflessioni filosofiche e dialoghi
serrati, un senso più profondo alle vite e alle scelte di tutti.
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