"Ho immaginato un artigiano che lavora in una bottega rinascimentale su materiali nobili come il marmo e ama giocare anche il calcio fiorentino.
Un ragazzo che si sveglia, cammina a piedi nudi, raccoglie le proprie cose, mette i bermuda al posto dei boxer, un trench buttato sulle spalle come una vestaglia, o un parka arruffato.
Lavora ma ha le
mani avvolte dalle bende come i giocatori di calcio fiorentino,
un sognatore dalle mani creative". Ecco il senso della
collezione di Federico Curradi, ospite di Pitti Uomo per la
seconda volta (Ha debuttato nella edizione 89 del salone come
Pitti Italics), con una sfilata che si è svolta nel
rinascimentale Museo Bardini.
Curradi, classe 1975, a soli 20 anni ha mosso i primi passi
nella moda a New York, dove produceva pantaloni da uomo. Nella
grande Mela ha progettato collezioni dedicate al mercato
americano. Rientrato in Italia è stato notato da Ermanno Daelli
che gli ha affidato l'ufficio stile uomo di Scervino. In seguito
ha collaborato con Roberto Cavalli.
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