(di Paolo Petroni)
''Lo scopo di questo saggio è la
ricerca del senso, che nell'opera di Bussotti è spesso segreto e
privato'' premette Renzo Cresti introducendo il ricco e bel
volume (con illustrazioni e un Cd allegato) dedicato a quella
'opera aperta', aperta in modo molteplice anche a tutte le sue
possibili interpretazioni, creata da Sylvano Bussotti, scomparso
un mese fa, il 19 settembre, pochi giorni prima di compiere 90
anni.
La genialità e la peculiarità del lavoro creativo e musicale
di Bussotti è già nella scrittura delle sue partiture, che
hanno un lungo periodo in cui diventano completamente grafiche,
colorate e belle anche solo da vedere, che si conclude con
quella che Cresti definisce ''musica aleatoria'' di ''Julium
organum Jilii'' del 1968, che tra le indicazioni di esecuzione
riporta: ''Leggersi dentro, riandare al passato carezzando
memorie''. Da quella data ci sarà poi un lento ritorno all'uso
del pentagramma, partendo dalla Memoria, che l'artista scrive
sempre con la maiuscola, non solo come ricordo, ma come radice
degli sviluppi futuri. E così un critico come Mario Bortolotto
ha scritto di ''nostalgia di tutte le abbandonate maniere di far
musica e curiosità di ogni legittimo (e illegittimo) futuro''.
Fiorentino come artista e per spiritaccio toscano, veneto
nella teatralità colta e popolare, lega le due sue origini
famigliari con una verve pittorica esuberante che ne fa negli
anni scenografo, costumista, grafico per la realizzazione di
propri spettacoli secondo la poetica del suo Bussottioperaballet
nella ricerca di una fusione tra immagine e musica e
nell'interagire di tutte le forme spettacolari possibili,
dall'opera lirica alla rivista musicale, dalla danza alla
pantomima e così via, senza dimenticare il cinema. In questo
suo ''Sylvano Bussotti e l'opera geniale'' (Maschietto Ed, pp.
280 - 39,00 euro con Cd) Cresti, analizzando opera per opera,
brano per brano, mostra la poliedricità e la ricchezza
inventiva, la passione vorace e originale di quest'uomo
dall'incredibile slancio creativo e magari provocatorio come
sapeva essere garbatamente nella vita con la sua passione per
l'esibizione.
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