L'ultima volta che avevano suonato
a Bologna era stato il 2 maggio del 1951 con Wilhelm Furtwängler
sul podio: 74 anni dopo, ancora il 2 maggio, i Berliner
Philharmoniker, l'orchestra più celebrata sulla scena
internazionale, tornano a esibirsi nel capoluogo emiliano con la
bacchetta prestigiosa di Riccardo Muti per l'apertura del
44esimo Bologna Festival. Un concerto attesissimo, preceduto
solo da quello a Bari del giorno prima, che Bologna Festival,
grazie al mecenatismo di Francesco Bernardi, il fondatore di
Illumia, ha deciso di destinare in beneficenza: i circa 200.000
euro che si calcola verranno ricavati saranno devoluti ad ANT,
Fondazione Policlinico Sant'Orsola e Associazione La Mongolfiera
Odv.
Per questo è stato scelto il luogo insolito (già altre volte
utilizzato dal festival bolognese) del PalaDozza, capace di
contenere circa 4000 spettatori, e accontentare così le
numerosissime richieste. Grande arte e impegno sociale, dunque,
hanno convinto l'orchestra berlines ad impegnarsi insieme a
Bologna Festival per garantire un'acustica impeccabile in un
luogo solitamente destinato allo sport o ai concerti di musica
rock e pop e che in questa occasione verrà dotato di una
apposita camera acustica capace rendere l'ascolto il più
possibile simile a quello delle sale da concerto. Per questa
mini tournée italiana, Riccardo Muti ha scelto un programma che
alla tradizione italiana accosta quella tedesca tra Rossini,
Verdi e Brahms: in apertura di serata la celeberrima SInfonia
dal Guglielmo Tell seguita dai ballabili del atto terzo de I
vespri siciliani conosciuti anche col nome "Le quattro
stagioni". La Sinfonia N.2 in re maggiore Op.73 di Johannes
Brahms concluderà la serata.
"Il sostegno di Illumia è stato determinante per la
realizzazione di questo concerto - commenta la sovrintendente di
Bologna Festival, Maddalena Da Lisca - al quale l'azienda ha
voluto dare una forte valenza sociale, accanto a quella
culturale così eclatante e straordinaria. Si tratta di una
convergenza della quale siamo profondamente riconoscenti a
Illumia e agli stessi Berliner che hanno accolto l'idea di
esibirsi nel grande spazio del Paladozza".
"Quando Bologna Festival ci ha parlato di questo progetto che
celebra l'incontro fra fra un grande maestro italiano e una
sublime orchestra tedesca, - ha aggiunto Francesco Bernardi - ho
pensato a un altro incontro, quello cioè di unire le due anime
che guidano il mecenatismo di Illumia: la carità e la cultura.
La prima ci ricorda come l'uomo nasce imperfetto e bisognoso,
egli è dunque sempre per natura un mendicante. Mentre la
cultura, e in particolare l'arte che di essa è il motore, rende
percepibile quel mistero a cui gli uomini di tutti i tempi hanno
sempre chiesto aiuto". Ecco perché Illumia sostiene iniziative
caritatevoli e culturali".
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