Edipo o della sofferenza. Il
personaggio che più di ogni altro ha generato saggi, studi e
teorie debutta sabato 10 maggio al Teatro Greco di Siracusa, per
la regia di Robert Carsen. Dopo lo strepitoso successo di due
stagioni fa con la prima tragedia della trilogia di Sofocle, il
canadese Robert Carsen continua a riflettere su quanto il figlio
di Laio ha dovuto soffrire e sopportare.
"Adesso solo, povero e cieco - spiega il regista - Edipo si
avvia verso Colono, quel sobborgo dove era nato Sofocle che non
esita a definire luogo sacro. Non siamo più in una città, non
c'è un palazzo del potere, Edipo si dirige verso il bosco che
ospiterà la sua sepoltura. E qui avremo la seconda parte della
profezia dell'Oracolo: Edipo avrà la sua sepoltura in un luogo
caro alle Eumenidi, e per sempre proteggerà Atene, che sarà
dunque invincibile". "Quest'uomo - osserva ancora Carsen - ha
imparato ad accettare il destino e tutti gli orrori che ha
vissuto. Le colpe di cui si è macchiato, l'omicidio del padre,
il matrimonio con la madre che ha fatto nascere ben 4 figli lo
hanno condotto a un dolore indicibile, ma "la sofferenza -
recita Edipo - mi ha istruito".
La cosa più difficile è forse perdonare se stessi, prima
ancora che gli altri. Edipo adesso ha a che fare con Creonte,
con i figli che si combattono, che vogliono solo il potere ma il
potere genera mostri, crea violenza, menzogne e adesso il
compito di Edipo è quello di lasciare andare tutto il suo
bagaglio di dolore, staccarsi passo dopo passo dalle cose di
questo mondo e liberarsi di tutto il male che ha visto con i
suoi occhi". Per il regista canadese "è una tragedia che parla a
noi, all'uomo di oggi che pensa di poter controllare tutto e non
comprende che il destino è un disegno superiore che si può
controllare solo accettandolo".
La trilogia sarà completa il prossimo anno quando Carsen
metterà in scena "Antigone".
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