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Arbore, guardate Come ridevamo in sketch senza tempo

Arbore, guardate Come ridevamo in sketch senza tempo

Dal 9 gennaio su Rai2 antologia di risate da Celentano a Marenco

ROMA, 07 gennaio 2025, 19:12

di Mauretta Capuano

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Renzo Arbore torna in televisione con un'antologia di sorrisi senza tempo: 'Come ridevamo', un viaggio in venti puntate con il meglio degli sketch e delle canzoni comiche dell'archivio Rai e dell'archivio personale di Arbore che parte il 9 gennaio su Rai2 in seconda serata. Il nuovo programma di Rai Cultura, ideato da Arbore e Gegè Telesforo insieme a Ugo Porcelli, andrà in onda il giovedì e proporrà centoventi tra scenette e brani comici che hanno fatto la storia della televisione italiana. "Ho visto nascere tutta una generazione di umoristi di grande talento, da Proietti a Verdone, da Benigni a Massimo Troisi a tanti altri. Penso sia mio dovere, data l'età, finché non sono rimbambito, rendere testimonianza, invece di inseguire i gusti dei giovani, delle pagine più belle di sorrisi che abbiamo fatto nel corso di questi anni" dice Arbore all'ANSA sul filo dell'ironia. "Vorrei che questa antologia servisse come testimonianza di quello che è stato fatto e fosse utile come spunto e riferimento per inventare l'umorismo del futuro. Come io ho imparato dalla generazione precedente, che era quella di Sordi, Tognazzi, Manfredi, Gassman, di grandi sceneggiatori del cinema, di Totò, Eduardo".

Si parte con Adriano Celentano e il brano del 1972 Prisencolinensinainciusol, Carlo Verdone nei panni de Il Garibaldino, il Trio Solenghi-Marchesini-Lopez nell'imitazione di Lascia o Raddoppia, Aldo Fabrizi a Milleluci, Gigi Proietti in un gramelot napoletano e il balletto di Roberto Benigni e Cesare Gigli per la promozione del film Il Pap'occhio. "Celentano lo adoro. È l'unico con il quale non ho avuto dimestichezza perché viveva a Milano. Adesso riconosco che Adriano è stato grandissimo e quindi partiamo con lui. Sono tutti esponenti di quella generazione che si inventava un modo di far ridere. Non avevano dei filoni. Si pensi a Villaggio, Proietti, Benigni: facevano ridere allora e non basandosi sull'attualità fanno ridere ancora oggi e faranno ridere anche fra qualche tempo" sottolinea Arbore che è anche alla guida del programma con Telesforo. Piaceranno ai giovani? "Certo, adesso c'è anche un'altra maniera di far ridere che è quella degli stand-up, un modo per far ridere contro, con la trasgressione. Diciamo che non è il filone mio, quello che abbiamo scoperto con Boncompagni si chiamava climax, hellzapoppiniano, tratto dal film sconclusionato e surreale Hellzapoppin. Adesso si chiama cazzeggio. C'è un grande erede che è Fiorello: ci mancano i suoi sorrisi la mattina presto, lo dico alla Rai perché mi piacerebbe che venisse recuperato" sottolinea ancora.

Certo, aggiunge, "c'è bisogno della risata un po' gratuita, una delle ultime che ci ha fatto molto ridere in tv è stata Virginia Raffaele con imitazioni strampalate. Ci sono anche quelli di Mediaset a cui non abbiamo potuto attingere: il serbatoio di Zelig, la Gialappa's, il Mago Forrest" racconta. Cosa proviene dal suo archivio personale? "Facevo delle feste dove sono nati tanti, da Paolo Conte, che si è esibito a casa mia ed è subito stato scritturato da Rca, a tanti altri come Gragnaniello, Mia Martini. Avevo una casa con il teatrino delle Sorelle Bandiera dell'Altra Domenica che mi era stato lasciato dalla Rai e lì facevamo spettacolini dove ci divertivamo a cazzeggiare un po' e dove è nata anche l'idea dell'Orchestra Italiana che ho portato per trent'anni in giro per il mondo. È tutto nato lì" spiega. Nuovi progetti? "Ho un'età e devo centellinare le mie energie anche se le idee non mancano, con Telesforo ci divertiamo a inventare delle cose. Presentando il libro 'Bontà vostra' (Rai Libri) con testimonianze su di me e storie della mia vita raccolte da Gianni Garrucciu, storico della mia carriera, facciamo delle serate, come alla Nuvola di Fuksas a Roma, dove ci inventiamo cose curiose che potrebbero diventare programmi. Molto nasceva dall'improvvisazione, era la tecnica che ho rubato al jazz" dice Arbore e ricorda le famose borsettate con Benigni nello sketch in cui entrambi vestivano i ruoli delle loro madri. 'Come ridevamo' potrebbe avere un seguito? "Venti puntate sono una buona antologia ma c'è ancora tanta roba". "Adesso c'è la tv della parola, grandi discussioni, molto gossip, cronaca nera, ma l'intrattenimento leggero è in deficit, è sofferente" sottolinea. Nelle prossime puntate rivedremo anche Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Ciccio e Franco, Paolo Villaggio, Cochi e Renato, Nino Frassica, Corrado Guzzanti, Max Tortora e tanti altri.

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