I lavoratori
dell'azienda Trasnova impiegati nello stabilimento Stellantis di
Pomigliano d'Arco si preparano a trascorrere la seconda notte
davanti all'ingresso merci della fabbrica per protestare contro
il mancato rinnovo della commessa da parte del colosso
automobilistico che li porterà, a gennaio, a restare senza
lavoro.
Una tenda per alternarsi a riposare, bibite, ed alcuni pezzi
di legno sistemati alla meglio per riscaldarsi durante la notte
in attesa dei tir diretti nello stabilimento il cui blocco oggi
ha provocato anche il fermo produttivo. Sul tavolino sistemato
davanti all'ingresso, è rimasto l'alberello di Natale addobbato
con i nomi dei licenziati, e sotto, al posto dei doni, la
scritta "Dono natalizio Stellantis".
"Sotto l'albero ci hanno lasciato il licenziamento -
ironizzano gli operai - nessun credente, nessuno che abbia a
cuore gli essere umani, avrebbe scelto periodo peggiore per
licenziare padri di famiglia. Questo è il nostro Natale. I
nostri figli festeggeranno così, mentre l'ex amministratore
delegato porta a casa diverse decine di milioni di euro di
buonuscita per aver distrutto la vita a tanti operai. I tagli
operati hanno portato a questo".
La fabbrica, intanto, è ferma. Oggi la comunicazione dello
stop degli ultimi due turni di lavoro per la mancanza di
materiale a causa del blocco all'ingresso merci. Nel parcheggio
poche auto. Ma anche i tir vanno via. Restano loro, gli operai
di Trasnova che si alternano per presidiare anche i rimanenti
ingressi dello stabilimento, per evitare che i trasportatori
scarichino dal retro della fabbrica. Un piccolo presepe vivente,
in attesa di notizie che risollevino le sorti di circa 400
lavoratori dei quali una novantina sono impiegati a Pomigliano
per la movimentazione auto.
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