"Quasi tutti i Paesi europei si
stanno muovendo, a passi più o meno rapidi, per dare un
incentivo ai giovani per iniziare fin da subito a contribuire a
una pensione integrativa", ma per aumentare il numero degli
aderenti è necessario che il sistema integrativo "non sia più un
mercato di nicchia" e quindi l'industria deve "pensare a
prodotti non per i ricchi o straricchi", ma "praticamente per
tutti", abbassando i costi dei prodotti. Ne è convinto Mario
Nava, direttore generale della Dg Structural Reform Support
della Commissione europea, intervenuto alla seconda giornata del
Salone del Risparmio in corso a Milano.
Secondo Nava per contrastare la "pressione enorme" sul
sistema previdenziale generata dai 25 milioni di over 65 che
usciranno dal mercato del lavoro nei prossimi 25 anni, i sistemi
pensionistici integrativi possono rappresentare una valida
soluzione. "Si tratta - spiega Nava - di sviluppare la pensione
integrativa attraverso il mercato. I governi e la Commissione
eurpea possono fare moral suasion sui giovani, ma lato offerta
occorre riconsiderare i prodotti in vendita perché, siamo
onesti, sono prodotti veramente cari. Parliamo di 100-150 punti
base l'anno che moltiplicati per 40 anni fanno 6.000 punti base
e addirittura in alcuni Paesi vengono anticipati nei primi 5-6
anni. Nessuna di queste cose può convincere un giovane che ci
mette 300 euro al mese per la previdenza integrativa e se a fine
anno perde 20% in costi, non c'è modo di farlo stare dentro".
Per Nava per far diventare la "previdenza integrativa non più
un mercato di nicchia, ma un mercato quasi di massa dove tutti
partecipano, 150 punti base di costi devono sparire sotto i
colpi della competitività. Credo che questo sia il vero
passaggio chiave".
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