Tra chi percepisce il reddito di
cittadinanza, il 19% svolge attività lavorativa a basso reddito,
mentre l'impatto sui i Neet, i giovani inattivi, l'impatto e'
limitato, con solo 61mila beneficiari.
E' quanto emerge dal report "Il reddito di cittadinanza in
relazione agli occupati a basso reddito (working poor) e ai
giovani inattivi (NEET)", realizzato nell'ambito del progetto di
ricerca Monitor Fase 4, frutto della collaborazione tra
AreaStudi Legacoop e Prometeia.
Il report evidenzia come i fondi stanziati per la misura siano
andati crescendo nel tempo, da 3.9 miliardi di euro per i nove
mesi di copertura nel 2019 a 8.8 miliardi nel 2021 e a 6.7
miliardi nei primi dieci mesi del 2022, raggiungendo all'incirca
1.7 milioni di nuclei familiari ogni anno.
"Il reddito di cittadinanza - commenta Mauro Lusetti, presidente
di Legacoop - è una misura essenziale. Viviamo anni straordinari
in cui l'impatto delle molte trasformazioni in corso, aggravato
da fenomeni sconvolgenti come la pandemia, ricade specialmente
su alcune aree delle nostre società, quelle più fragili. Lo
diciamo quotidianamente, lo misuriamo ogni giorno, i dati
continuano a confermarlo: le diseguaglianze aumentano, la fascia
di povertà si amplia. Le istituzioni devono quindi essere
conseguenti con politiche adeguate, e il reddito di cittadinanza
lo è stato largamente. Di certo, servono correttivi e
aggiustamenti di tiro: la misura va migliorata. Il legame con
l'inserimento lavorativo è reso fragile non solo dalla mancanza
di lavoro, non solo da alcune furbizie individuali, ma
soprattutto dalla fragilità di quel fondamentale settore che
nelle economie avanzate sono le politiche attive del lavoro,
specialmente per i giovani".
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