Le Pmi europee chiedono ai
decisori politici aiuti per rendere le proprie attività più
sostenibili. Si tratta in particolare di incentivi fiscali per
promuovere prodotti e servizi sostenibili (per il 73%), fondi
sovvenzionati dall'Ue per finanziare la transizione verde (67%)
e più opportunità di formazione e acquisizione di competenze
(63%). E' quanto emerge da una ricerca condotta da Sda Bocconi
in collaborazione con Generali, nell'ambito del progetto Sme
EnterPrize del gruppo per promuovere la cultura della
sostenibilità tra le pmi europee. Nell'indagine sono stati
coinvolti proprietari e manager di oltre 1.200 pmi di 9 Paesi
europei. "Con la terza edizione di Sme EnterPrize, Generali
riafferma il proprio impegno per promuovere la cultura della
sostenibilità tra le Pmi", dichiara in una nota Marco Sesana,
group general manager di Generali
Per le Pmi l'aumento dei prezzi dell'energia ha avuto un
impatto negativo sul loro approccio alla sostenibilità (59%), il
58% cita invece l'inflazione e più della metà (raddoppiati dal
2022) indica come ostacolo la mancanza di supporto
istituzionale. Effetti positivi sono visti invece nei fondi del
NextGeneration Eu tra quanti hanno già piani di sostenibilità
(il 52%), ma non tra quanti non li hanno (il 20%).
Oltre la metà delle Pmi tedesche (55%) e italiane (51%)
dichiara di avere già implementato un piano di sostenibilità o
di essere in procinto di adottarne uno. Tra quante hanno già un
piano di sostenibilità, l'Italia è il Paese che ha registrato
l'aumento maggiore su base annua (14 punti percentuali), seguita
dalla Germania (8 punti).
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