"In Italia è necessaria una regia unica nazionale più forte" nel campo della sanità, "perché nel nostro Paese le differenze regionali sono ancora troppo forti: c'è da chiedersi, quindi, cosa sarà fatto in tal senso".
Lo ha
affermato Giuseppe Milanese, presidente di Confcooperative
Sanità, intervenendo al Festival dell'Economia civile in corso a
Firenze, in un panel dedicato a comunità di cura e medicina di
territorio.
"Un'altra necessità - ha spiegato - è quella di costruire una
vera ed effettiva alleanza tra Terzo settore, quindi in questo
caso cooperative sociali ed altri stakeholder, e le istituzioni,
in modo tale che gli attori del primo possano essere sfruttati a
pieno nel sistema sanitario.
Un ulteriore passaggio, infine,
sarebbe quello di creare una rete per rispondere alle emergenze
capace di includere le organizzazioni private no-profit".
Secondo Alessandro Azzi, presidente della Fondazione Tertio
Millennio, "nel nostro Paese dobbiamo confrontarci con 3 driver
non eludibili: il primo è la glaciazione demografica, per cui è
necessario un rilancio della natalità, su cui tanto già si dice.
Al riguardo, una recente indagine racconta che in Italia, tra le
donne in età fertile, il 21% di queste non vuole avere figli e
il 29% è scarsamente interessata. Un altro problema è relativo
alla prospettiva di vita: sebbene si alzi sempre di più in
termini di età, l'aspettativa di vita in salute a Bolzano è di
16 anni in più rispetto all'aspettativa di vita in salute in
Calabria".
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