(di Simona D'Alessio)
Operazioni finanziarie della
previdenza privata dei professionisti presto disciplinate. A
darne notizia la ministra del Lavoro Marina Calderone che ha
annunciato come imminente l'arrivo del provvedimento
governativo. Starebbe quindi per finire l'attesa per una
legislazione mancante da ben 13 anni da quando, cioè, in uno
degli ultimi decreti del governo guidato da Silvio Berlusconi,
nel 2011 fu inserita la previsione di una regolamentazione 'ad
hoc' per le politiche di gestione delle risorse del settore. Da
allora, però, nessun testo è stato emanato.
"Stiamo ultimando il regolamento sugli investimenti delle Casse
con il ministro Giancarlo Giorgetti. A breve ve lo
consegneremo", sono state le parole della titolare del dicastero
di via Veneto, che ha lodato "il sistema delle Casse" che, ha
sottolineato, "funziona: lo dicono i numeri che, all'interno del
bilancio dello Stato, costituiscono un patrimonio a tutela del
futuro previdenziale degli iscritti, me inclusa, come
professionista", ha spiegato Calderone dal palco del convegno
promosso dall'Adepp, l'Associazione presieduta da Alberto
Oliveti che riunisce 18 Enti pensionistici e uno assistenziale
(che, globalmente, vantano un patrimonio di 114,1 miliardi).
Nel rapporto del centro studi dell'Adepp si evidenzia come nel
2023 la quota complessiva degli iscritti attivi alle Casse di
previdenza private e privatizzate dei professionisti sia pari a
"un milione 609.158", cifra che è "il risultato di due dinamiche
che si intrecciano: da un lato, infatti, un leggero calo dello
0,36% del numero di contribuenti attivi non pensionati, e
dall'altro, un incremento marcato del 7,98% dei pensionati
attivi, categoria che ha raggiunto quota 119.228". E, pertanto,
in un anno la crescita globale degli associati è dello 0,21%.
In ascesa sono pure le entrate degli esponenti delle varie
categorie: ammonta, infatti, a 44.213 euro il reddito medio
degli associati, in crescita del 6,2%, rispetto al 2022.
Tuttavia, recita il dossier, i guadagni dei professionisti del
Mezzogiorno sono mediamente "inferiori del 46% rispetto a quelli
del Settentrione, mentre la differenza tra Centro e Nord è del
19%". A fine 2023 gli Enti hanno registrato "12,8 miliardi di
entrate contributive, 8,5 miliardi di uscite per prestazioni e
212 milioni di interventi per il welfare integrato" degli
iscritti.
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