"Riteniamo che l'opzione nucleare sia
fondamentale nel medio e lungo periodo, per tre ragioni - ha
proseguito Regina -: contribuisce a ridurre le emissioni, copre
il raddoppio previsto della domanda di elettricità al 2050 e
garantisce la sicurezza degli approvvigionamenti (l'uranio viene
da paesi sicuri come Canada e Australia). Nei paesi che hanno il
nucleare il prezzo dell'energia è il più basso in assoluto, come
in Francia, nei paesi nordici, in Spagna. In Europa sono 18 i
paesi che prevedono di potenziare il loro nucleare o di avviare
nuovi progetti".
Sugli small modular reactor sui quali punta il governo,
Regina ha detto che "si prevede che li avremo nel 2030, ma forse
è un po' prematuro. Al momento ci sono due prototipi in Russia e
Cina e 80 progetti in corso nel mondo". Secondo Confindustria "è
importante integrare l'opzione nucleare in un emercato unico
europeo dell'elettricità, sganciato dalla produzione
termoelettrica".
Regina ha sostenuto che l'Italia "non ha l'orografia
favorevole alle rinnovabili come la Spagna, che ha largi
territori dove installare gli impianti. Noi abbiamo spazi
ridotti per solare ed eolico, e le Regioni tendono pure a
limitarlo. Non abbiamo la possibilità di grandissimi campi di
fotovoltaico".
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