"Puntuale, come ogni anno, parte la truffaldina televendita della Meloni sul contrasto all'evasione fiscale.
E come sempre va in onda la solita valanga di menzogne.
E allora mettiamo in fila un po' di fatti.
All'interno di questo
fantasmagorico record di contrasto all'evasione, pari a 33
miliardi, 2 in più rispetto all'anno precedente, al solito ci
sono voci che nulla hanno a che fare con il contrasto
all'evasione, come versamenti diretti, lettere di compliance,
gettito da definizioni agevolate: niente a che vedere con la
lotta all'evasione propriamente detta, ovvero il contrasto a chi
occulta scientemente gli imponibili. Insomma, oltre il 60% di
questo 'miracolo' di recupero dall'evasione se ne va in un
minestrone di voci cucinato solo per alimentare una certa
propaganda. Dopodiché la Meloni, e gli scienziati del Mef,
dovrebbero anche dire che il famoso magazzino fiscale, ovvero la
massa delle cartelle non riscosse, in un solo anno è cresciuto
di 70 miliardi di euro. A febbraio 2024, infatti, l'ex direttore
dell'Agenzia delle entrate, Ruffini, aveva parlato di 1.206
miliardi non riscossi a fine 2023. Un anno dopo, per bocca del
viceministro Leo, apprendiamo che sono diventati 1.275. Per
carità, cifre che dimostrano un'evidente patologia nel sistema
fiscale e della riscossione, definito 'tallone d'Achille' dallo
stesso viceministro. Ma allora sorgono due domandine semplici
semplici. Di fronte a questa patologia, quali effetti hanno
prodotto i tanto sbandierati 14 decreti attuativi della riforma
fiscale targata Meloni? E come fa la premier a rivendicare 2
miliardi in più nel 2024 recuperati dalla lotta all'evasione
quando il non riscosso nello stesso periodo è cresciuto di 70
miliardi? Ormai Giorgia Meloni non riuscirebbe più a vendere i
suoi prodotti farlocchi nemmeno nella bancarella sotto casa". Lo
comunica in una nota Emiliano Fenu, capogruppo M5S in
Commissione finanze della Camera.
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