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>ANSA-FOCUS/Guerra dei dazi allarma il 'Made in Italy'

>ANSA-FOCUS/Guerra dei dazi allarma il 'Made in Italy'

Moda, vini, cibo. Rischi su export 67 miliardi

ROMA, 27 marzo 2025, 17:44

Redazione ANSA

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Dai vini al cibo, dallo spumante all'alta moda. Oltre alle auto già pesantemente colpite dai dazi americani a preoccupare l'industria italiana è il cuore del made in Italy, il suo export verso gli Stati Uniti. Le esportazioni Oltreoceano sono arrivate a oltre 67 miliardi secondo l'osservatorio economico sui mercati esteri del Governo, le importazioni hanno superato i 25 miliardi. Secondo le ultime proiezioni del Csc di Confindustria i solidi legami produttivi tra le due sponde dell'Atlantico sulla chimica e il farmaceutico "potrebbero essere un deterrente alla rincorsa tariffaria" ma oltre il 70% dello stock di capitali investiti dalle imprese farmaceutiche Ue nei paesi extra-UE è diretto negli Usa; la quota è la stessa per le multinazionali farmaceutiche tedesche mentre quelle italiane sfiorano il 90%.
    Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici con oltre 8 miliardi nel 2023 figuravano sul podio merceologico nell'export verso gli Usa. Ma gli States rappresentano anche il terzo mercato per le esportazioni della moda italiana, con un interscambio commerciale da gennaio a ottobre 2024 di ben 4,5 miliardi per la moda, 3,1 miliardi per i settori collegati affermano le associazioni di categoria.
    Il blocco delle spedizioni di vino verso gli Stati Uniti a causa dei timori legati ai dazi potrebbe costare 6 milioni al giorno alle cantine italiane, afferma la Coldiretti, con un danno economico immediato al quale rischia di aggiungersene uno a livello strutturale, con la perdita del posizionamento del prodotto sugli scaffali statunitensi. C'è la preoccupazione del mondo del vino Made in Italy, proprio alla vigilia del Vinitaly, rispetto alle incertezze legate all'annuncio del presidente americano Donald Trump di imporre tariffe aggiuntive che potrebbero arrivare fino al 200% sulle bottiglie europee. Con il 96% dell'export agroalimentare verso gli Usa che viaggia su nave, secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat, "il timore è che i carichi possano arrivare a destinazione quando i dazi sono già scattati. Le minacce di Donald Trump di mettere un dazio sui vini europei rischierebbe inoltre di danneggiare pesantemente le esportazioni di bottiglie tricolori che nel 2024 hanno raggiunto il valore di 1,94 miliardi di euro negli Stati Uniti, secondo da una analisi Coldiretti/Filiera Italia diffusa quando il presidente Usa aveva annunciato l'intenzione di imporre una tariffa aggiuntiva su rossi, bianchi e champagne come ritorsione contro la decisione dell'Ue di colpire il whisky made in Usa.
    Sarebbe una misura estrema ritoccare i dazi che potrebbe compromettere un percorso che negli ultimi venti anni ha visto le vendite negli Stati Uniti quasi triplicate in valore, con un incremento del 162%, secondo i dati Istat elaborati dall'associazione agricola, tanto da rappresentare circa un quarto delle esportazioni totali di vino italiano. Quasi un terzo del totale è rappresentato dagli spumanti. Gli Usa, spiega la confederazione, sono anche il primo consumatore mondiale di vino con 33,3 milioni di ettolitri, secondo dati Oiv, e per l'Italia rappresentano in valore il mercato più importante.
    Nuovi dazi metterebbero a rischio un mercato florido per le nostre aziende ha sottolineato nei giorni scorsi la Cia-Agricoltori Italiani, stimando che i nuovi dazi minacciati da Trump rischierebbero di far saltare l'11% di tutto l'export agroalimentare italiano (69 miliardi), con un impatto economico devastante sulle eccellenze del Made in Italy, appunto. Il rischio, aveva evidenziato la confederazione agricola, è ben peggiore rispetto ai dazi del 2019 che ebbero effetto solo per un anno e furono imposti al 10%, mentre adesso si ipotizza un possibile 25%. Cia ricorda che i dazi doganali maggiorati potrebbero riguardare formaggi, salumi e alcuni alcolici, mentre ora, ad essere minacciati, sono anche prodotti come vino, olio extravergine d'oliva e pasta e la durata potrebbe interessare tutto il mandato presidenziale. Tutto ciò avverrebbe in un momento in cui si può parlare un vero e proprio boom di vendite tricolori negli Usa per l'agroalimentare italiano, con 7,8 miliardi di euro e un +17% sul 2023, che ha visto gli Stati Uniti scalzare, seppur di poco, la Francia dal secondo gradino del podio dei paesi di destinazione del nostro export agroalimentare.
   

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