La città di Milano è sopra la media
nazionale e regionale per la spesa sociale. Nel capoluogo
lombardo, infatti, sono state destinate ingenti risorse al
welfare con un importo che, nel 2021, ha raggiunto i 237 euro
per abitante, oltre il 60% in più rispetto alla media nazionale
di 142 euro e superiore anche alla media regionale che ha
toccato quota 158 euro pro-capite. È quanto emerso alla
presentazione del Rapporto della Fondazione per la
Sussidiarietá, "Sussidiarietà e… welfare territoriale" che si è
tenuta nella Torre Pwc.
"Investire sullo stato sociale, sulla sua universalità e
inclusività, non è solo un dovere di solidarietà verso i più
fragili, ma significa anche costruire società più coese, sistemi
più resilienti e una crescita economica più stabile", sostiene
Giorgio Vittadini, Presidente di FpS.
"La spesa per il welfare rappresenta il 15% del bilancio del
Comune di Milano - spiega Emmanuel Conte, assessore al Bilancio
del Comune -, con un budget di 268 milioni di euro nel bilancio
di previsione 2025 e la prospettiva di aumentarlo ulteriormente.
Il Comune è un presidio sociale, il più vicino ai cittadini".
Il Rapporto mostra che la spesa familiare privata degli italiani
per il welfare (salute e assistenza ad anziani e disabili) nel
2024 è stata di circa 138 miliardi, ovvero quasi 5.400 euro per
ciascun nucleo. Un impegno consistente, che colma il vuoto
lasciato in molti settori dall'intervento pubblico. Anche se
l'Italia è al secondo posto in Europa per la spesa sociale, con
circa 620 miliardi di euro, pari al 30% del prodotto interno
lordo.
Povertà e disuguaglianza, che i servizi di welfare sono chiamati
a limitare, stanno peggiorando: il 5% delle famiglie possiede il
46% della ricchezza, mentre quasi il 10% della popolazione è in
difficoltà. Particolarmente grave la situazione delle famiglie
con persone disabili: oltre un quarto (28,4%) è a rischio
povertà o esclusione sociale.
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