Il Perugia calcio non dovrà
versare all'Inps oltre un milione di euro legati a quelli che
l'istituto riteneva mancati versamenti previdenziali tra
l'ottobre del 2016 e il febbraio 2022 in relazione alle
indennità di trasferta e rimborsi chilometrici corrisposti a
sportivi professionisti. Per i quali aveva inviato gli atti di
accertamento e recupero. Il giudice del lavoro ha infatti
accolto il ricorso della società rappresentata dall'avvocato
Giuseppe Caforio e dichiarato "infondate le pretese
contributive".
Il legale ha sottolineato come la decisione comporti "un
notevole beneficio per il bilancio del Perugia calcio" e
rappresenti "una boccata di ossigeno economica importante".
L'avviso di addebito era stato emesso dall'Inps il 24
novembre del 2023 e notificato il 18 dicembre dello stesso anno
in conseguenza del verbale unico e di accertamento.
Secondo gli ispettori la società sportiva avrebbe "erogato
con continuità ad alcuni calciatori e allenatori somme a titolo
di trasferta Italia e indennità chilometrica" ed hanno
provveduto "…a riqualificare tali emolumenti riconducendoli
nella loro totalità alla causa tipica e normale del rapporto di
lavoro e, pertanto, assoggettandoli integralmente a
contribuzione…".
L'avvocato Caforio ha eccepito in via preliminare la
prescrizione dei contributi e delle relative sanzioni. Nel
merito, ha poi sostenuto "l'infondatezza" del verbale unico di
accertamento "giacchè le trasferte sono effettive e documentate
e la natura non occasionale delle stesse non comporta la loro
riconduzione ad imponibile". Ha poi dedotto l'erroneità della
contestazione dell'omesso pagamento del contributo di
solidarietà non risultando superati i limiti reddituali oltre il
quale deve essere versato. Il legale ha, poi, contestato
l'interpretazione della normativa in virtù della quale l'Inps ha
valutato come erronea l'iscrizione di taluni lavoratori
impiegati.
Tesi accolta dal giudice del lavoro che ha dichiarato
"inefficace l'avviso di addebito e infondate le relative pretese
contributive".
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