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Ucraina: Zelensky, Putin non è pronto alla fine della guerra

Ucraina: Zelensky, Putin non è pronto alla fine della guerra

Attacco russo su Kiev poche ore dopo la telefonata Trump-Putin

ROMA, 18 marzo 2025, 21:14

Claudio Accogli

ANSACheck
Ukrainian President Volodymyr Zelensky press conference in Kyiv © ANSA/EPA

Ukrainian President Volodymyr Zelensky press conference in Kyiv © ANSA/EPA

La telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, che ha sancito una tregua degli attacchi russi alle centrali energetiche, era da poco terminata quando a Kiev sono risuonate le sirene d'allarme antimissile e la difesa aerea è entrata in azione.
    Putin non è pronto a "porre fine" alla guerra e le condizioni poste "puntano a indebolire l'Ucraina", ha detto in serata il presidente Volodymyr Zelensky, non nascondendo l'irritazione dei vertici ucraini per l'esito del colloquio nel quale lo zar del Cremlino ha di fatto respinto la proposta americana di un cessate il fuoco totale di 30 giorni che Kiev aveva invece accettato a Gedda. "Dopo aver ottenuto i dettagli dal presidente degli Stati Uniti daremo la nostra risposta", ha aggiunto.


    "Al momento abbiamo gli Shahed e la minaccia missilistica nel nostro Paese, quindi gli accordi non funzionano ancora", ha sottolineato l'ufficio del presidente mentre erano in corso i nuovi raid ricordando che una proposta di tregua nei cieli e nei mari era originariamente venuta dall'Ucraina. Tuttavia, gli Stati Uniti avevano deciso di andare oltre proponendo un cessate il fuoco totale. "Quindi ora sono stati gli stessi russi a respingerlo, il che significa che hanno bisogno di una guerra", hanno affermato fonti dell'ufficio presidenziale.


    L'Ucraina considera inoltre una linea rossa il suo status, che la Russia vorrebbe condizionato alla neutralità, e non accetta di mettere sul piatto dei negoziati un piano un ridimensionamento del proprio apparato militare. "Non riconosceremo mai come russi i territori temporaneamente occupati", ha ribadito Yermak, mentre Zelensky, nelle stesse ore del colloquio tra Trump e Putin, atterrava in Finlandia, dove avrà incontri incentrati sulle "misure per porre fine alla guerra" in un Paese dove è molto forte il timore di un possibile espansionismo russo. "L'Europa deve essere al tavolo delle trattative e tutto ciò che riguarda la sicurezza europea deve essere deciso insieme all'Europa", si era limitato a dire arrivando a Helsinki con la first lady Olena.


    Il tema delle concessioni territoriali è stato al centro di un tam tam di indiscrezioni andate avanti da settimane. Fonti citate dall'americano 'Semafor' hanno riferito ad esempio che l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la Crimea - annessa da Mosca nel 2014 - "come territorio russo nell'ambito di qualsiasi accordo futuro per porre fine alla guerra", e che si sarebbe impegnata per una analoga mossa dell'Onu. E nella ristretta cerchia dei consiglieri di Zelensky, ha rivelato invece il New York Times, si teme addirittura che gli Usa siano disponibili a "soddisfare le mire del Cremlino anche sul porto di Odessa".


    Solo il primo annuncio sembra tuttavia andare nella direzione tracciata dai responsabili ucraini in queste settimane: lo zar del Cremlino ha infatti annunciato uno scambio di 175 prigionieri di guerra per parte, in programma già nelle prossime ore. Lo scambio, aveva reiterato il capo staff presidenziale Andriy Yermak, è considerato "uno dei primi passi" verso una possibile tregua. Kiev chiede il rilascio anche dei civili e dei bambini "deportati in Russia" nel corso di questi anni. Accuse costate a Putin un mandato d'arresto spiccato dalla Corte penale internazionale. Sul campo intanto, i droni entrati in azione sono stati oltre 130, 63 abbattuti, gli altri si riteneva fossero mere esche, caduti in zone aperte non hanno causato danni. Nel mirino ancora le regioni orientali, Kharkiv e Sumy in particolare. Dopo il ritiro da parte del Kursk russo che alcuni soldati ucraini hanno descritto come "un film horror" parlando di una ritirata scomposta e sanguinosa, le truppe russe hanno avanzato la linea del fronte e ora si ammassano lungo il confine a ridosso della regione di Sumy. Si sottolinea che "al momento non ci sono segnali di una offensiva imminente". Anzi Zelensky assicura: "Continueremo a combattere nel Kursk".

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