I rappresentanti di 33 Paesi
dell'America latina - tra cui 11 capi di Stato e di governo -
sono riuniti in Honduras per il IX vertice della Comunità di
Stati latino americani e dei Caraibi (Celac). La riunione
dell'organismo regionale, inizialmente convocato per discutere
della creazione di un piano per la sicurezza alimentare e un
fondo per l'adattamento e la risposta ai disastri naturali,
vedrà l'agenda condizionata degli sviluppi della nuova politica
di dazi promossa dal governo degli Stati Uniti.
In quest'ambito, la presidente del Messico Claudia Sheinbaum
ha annunciato che proporrà alla Celac di approfondire le
discussioni su una più rapida integrazione dell'America Latina e
dei Caraibi "per aiutarsi a vicenda" nel "diversificare i
mercati" in alternativa agli Usa. Dal canto suo, il presidente
della Colombia Gustavo Petro proporrà ai leader riuniti di agire
"uniti" e di "aprirsi al mondo" per contrastare i dazi imposti
dal presidente statunitense Donald Trump.
Nel mezzo della guerra commerciale scatenata da Trump, una
delegazione cinese guidata dal viceministro degli Esteri per gli
Affari latinoamericani Qu Yuhui, prevede di tenere incontri
bilaterali con i delegati di almeno 15 Paesi per cercare di
ampliare presenza e influenza nella regione travolta - seppur in
misure ridotta - dall'ondata di dazi di Washington. Le riunioni
sono previste con rappresentanti di Argentina, Bolivia, Brasile,
Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Messico, Panama, Suriname,
Uruguay, Venezuela, Bahamas, Barbados e Saint Vincent e
Grenadine.
I Paesi Celac contano 670 milioni di abitanti e raccolgono un
Pil complessivo di 7.000 miliardi di dollari.
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