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Trump tassa le navi cinesi nei porti Usa

Trump tassa le navi cinesi nei porti Usa

L'Ira di Pechino: 'Illegale'

NEW YORK, 18 aprile 2025, 19:55

Claudio Salvalaggio

ANSACheck
Le bandiere della Cina e degli Stati Uniti © ANSA/AFP

Le bandiere della Cina e degli Stati Uniti © ANSA/AFP

 Nuovo affondo di Donald Trump contro Pechino, anche se il tycoon resta convinto che gli Usa faranno "un buon accordo con la Cina", con cui "abbiamo belle conversazioni, davvero molto buone", come ha assicurato oggi.


L'ultima mossa, che ha suscitato la dura reazione del Dragone, sono nuove tasse nel giro di 180 giorni sulle navi costruite in Cina o possedute dalla Cina che attraccano nei porti statunitensi. L'annuncio del rappresentante per il commercio Usa, Jamieson Greer, arriva alla conclusione di una lunga indagine, avviata un anno fa da Joe Biden e proseguita da Trump, sulle pratiche sleali di Pechino per dominare il trasporto marittimo globale. Alla fine della seconda guerra mondiale era l'industria navale americana a primeggiare, ma poi ha progressivamente perso terreno e oggi rappresenta solo lo 0,1% della cantieristica navale a livello mondiale: la Cina oggi costruisce quasi la metà delle navi varate, davanti a Corea del Sud e Giappone. Per avere un'idea dei rapporti di produzione, i cantieri navali statunitensi sfornano circa cinque navi all'anno, quelli cinesi superano le 1.700 unità. L'obiettivo quindi è frenare il dominio di Pechino nel settore e incentivare la produzione domestica di navi: uno sforzo nel quale "l'Italia contribuirà alla rinascita della cantieristica statunitense", come si legge nella dichiarazione congiunta di Donald Trump e Giorgia Meloni dopo il loro bilaterale.


Il Dragone ha reagito immediatamente, annunciando che adotterà tutte "le misure necessarie per difendere i suoi diritti e interessi legittimi" ed esortando Washington "a rispettare i fatti e le regole multilaterali, e a fermare immediatamente le pratiche illegali" che sono "dannose per tutti". Il ministero degli Esteri cinese ha infatti avvisato che le nuove misure "non solo incrementano i costi di spedizione globali e compromettono la stabilità della catena di fornitura, ma aumentano anche le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti, danneggiando in definitiva consumatori e imprese americane, senza rivitalizzare l'industria Usa del settore". Un monito condiviso dall'associazione americana dell'abbigliamento e delle calzature, secondo cui la mossa ridurrà il commercio e porterà a prezzi più alti per i consumatori.

Nel frattempo, il Financial Times ha rivelato che Pechino ha fermato le importazioni di gas naturale liquefatto dagli Usa da oltre 10 settimane: la mossa ripropone il blocco di oltre un anno durante il primo mandato del tycoon, ma l'impatto di questa situazione di stallo ha implicazioni potenzialmente di più vasta portata, rafforzando le relazioni energetiche della Cina con la Russia e sollevando interrogativi sull'enorme espansione di costosissimi terminali Gnl in corso negli Usa e in Messico.


A partire dal 14 ottobre, le navi costruite e possedute dalla Cina saranno soggette a una tassa di 50 dollari per tonnellata netta, con un aumento di 30 dollari all'anno per i prossimi tre anni. Le navi costruite in Cina ma di proprietà non cinese pagheranno 18 dollari per tonnellata netta, con aumenti annuali di 5 dollari nello stesso periodo. Le nuove regole daranno un vantaggio competitivo alle compagnie non cinesi rispetto agli operatori come Cosco, il colosso marittimo di Pechino, e rischiano di rivoluzionare le rotte di spedizione globale.


L'ufficio di Greer ha annunciato che gli Stati Uniti imporranno anche "restrizioni limitate" alle navi straniere che trasportano gas naturale liquefatto, ma esse non entreranno in vigore prima di tre anni e aumenteranno progressivamente in un arco di 22 anni. Le tariffe saranno basate sul numero di viaggi verso gli Stati Uniti e non sul numero di porti visitati nello stesso viaggio, riducendo così il rischio che le navi saltino i porti minori, danneggiando gli esportatori americani. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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