Con la ex rivale Kamala Harris che cerca un rilancio in politica, Donald Trump silura Doug Emhoff dal board del Museo dell'Olocausto di Washington. E' stato lo stesso ex Second Gentleman ad annunciare il licenziamento: "Voglio essere chiaro: il ricordo e l'istruzione dell'Olocausto non dovrebbero essere mai politicizzate", ha protestato dopo esser stato informato della rimozione.
Con Emhoff sono stati cacciati altri membri del board nominati dall'ex presidente Joe Biden: tra questi Ron Klain, il primo capo di gabinetto, Tom Perez, ex ministro del lavoro, e Susan Rice, consigliere per la sicurezza nazionale di Barack Obama. "Trasformare le peggiori atrocita' della storia in un tema che divide e' pericoloso ed un oltraggio alla memoria dei milioni di ebrei uccisi dal nazismo che questo museo è stato creato per conservare", ha detto il marito della Harris che oggi in California torna per la prima volta sul palco da quando in gennaio ha lasciato la Casa Bianca.
Teatro del rilancio della ex vicepresidente, con un discorso che potrebbe preludere alla candidatura a governatore, è il gala di Emerge, un gruppo che da 20 anni sostiene l'ingresso di donne in politica: una platea amica davanti a cui condannare, al giro di boa dei primi 100 giorni di Trump, gli sforzi della Casa Bianca per sovvertire le istituzioni, negare i fatti e alimentare una cultura della paura.
Il Museo dell'Olocausto è da oltre 30 anni un'istituzione di Washington: la purga dei consiglieri Dem è la seconda dopo quella ordinata al Kennedy Center. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha detto che Trump "non vede l'ora" di nominare nuove persone che "non solo continuino a onorare la memoria dell'Olocausto, ma che siano anche sostenitori incrollabili dello Stato di Israele". La nuova mossa torna a mettere il cappello sul significato di antisemitismo nel clima infuocato che spacca il mondo accademico a un anno dalle proteste pro-Gaza nei campus: martedì Harvard ha diffuso due rapporti su antisemitismo e islamofobia da cui emerge che all'ateneo - in prima linea nello scontro tra Trump e università - 56 per cento dei musulmani e 26 per cento degli ebrei si sono sentiti fisicamente in difficoltà.
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