I negoziati tra Hamas e Israele sulla Striscia di Gaza sono "a un punto morto", ma nonostante la "fase difficile" Qatar, Egitto e Stati Uniti sono attivamente impegnati in sforzi continui per riportare le parti al tavolo: parola di Majed Al-Ansari, consigliere del premier del Qatar e portavoce del ministero degli Esteri del Paese del Golfo, da un quarto di secolo impegnato in mediazioni su scala internazionale.
Parlando in esclusiva con l'ANSA a Roma, Al-Ansari ha detto che, dopo il fallimento della tregua a metà marzo, "siamo a un punto morto. E' iniziata una fase molto complicata, dire che è una situazione difficile sarebbe un eufemismo... Israele sta attraversando una crisi politica che complica il cammino verso una pace duratura. Tuttavia gli sforzi non si sono fermati e continuiamo a individuare aperture per un rinnovo dei negoziati".
"Anche progressi limitati devono essere tutelati e sviluppati", ha detto Al-Ansari, secondo cui il ruolo dei mediatori è "mantenere vivo lo slancio negoziale e ampliare le opportunità di accordo ogni volta che è possibile".
Mentre il Comitato internazionale della Croce Rossa afferma che l'intervento umanitario a Gaza è "sul punto di collassare", Al-Ansari ha sottolineato l'attacco aereo israeliano riportato al largo di Malta su "una nave civile che portava aiuti nella Striscia".
Su questo punto, l'esponente qatarino è stato categorico: "Gli aiuti umanitari non devono essere usati come arma. Come comunità internazionale dobbiamo insistere perché la distribuzione degli aiuti non sia legata a nessun aspetto dei negoziati", ha aggiunto. "Dallo scorso marzo, l'accesso è stato severamente limitato. Ci sono due milioni e 300mila esseri umani che, a causa del fallimento della comunità internazionale, soffrono di fame, sete e malattie", ha detto Al-Ansari.
A differenza degli Emirati Arabi Uniti, il Qatar non ha normalizzato le sue relazioni con Israele. Eppure, Doha mantiene contatti diretti con lo Stato ebraico, e da anni trasferisce denaro a Gaza, governata da Hamas dal 2006, attraverso le stesse autorità israeliane. "Per quanto riguarda la questione palestinese, rimaniamo fermi nella nostra posizione", ha affermato l'alto rappresentante del Qatar. "Non ci sarà una soluzione alla questione palestinese finché non si creerà uno Stato palestinese che possa garantire sicurezza e speranza al suo popolo. Finché l'occupazione continuerà, il conflitto continuerà", ha ribadito. "Ma ciò non significa che smettiamo di cercare opportunità per fermare la violenza", ha aggiunto. Per mettere fine a una crisi lunga decenni, "dobbiamo continuare a investire in passi pratici che aprano spazi per la pace," ha detto Al-Ansari, sottolineando "l'importanza di creare condizioni per il dialogo e la de-escalation, a partire dalla protezione dei civili".
Il rappresentante qatarino ha anche affrontato gli sviluppi oltre Gaza. "Non trova giustificazione quello che Israele sta facendo in Cisgiordania con una politica colonialista e di occupazione che approfondisce la sofferenza del popolo palestinese". Nel giorno in cui Israele ha bombardato Damasco, in Siria, e continua l'occupazione del sud del Libano, Al-Ansari ha aggiunto: "L'esperienza dimostra che conflitti prolungati alimentano l'instabilità nella regione e diminuiscono le prospettive di sicurezza a lungo termine per tutti".
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