Il presidente del Brasile
Luiz Inácio Lula da Silva ha criticato la lentezza dell'Istituto
brasiliano dell'Ambiente e delle risorse naturali rinnovabili
(Ibama) nel concedere la licenza ambientale alle trivellazioni
petrolifere esplorative nella regione del margine equatoriale,
al largo dell'Amazzonia. "Non possiamo continuare così con
questo tira e molla. L'Ibama è un'agenzia governativa e sembra
un'agenzia contro il governo. Questa settimana ci sarà un'altra
riunione e speriamo che presto la Petrobras sia autorizzata a
effettuare le ricerche. Questo è ciò che vogliamo", ha affermato
il capo dello stato nel corso di un'intervista radiofonica.
"Dobbiamo fare delle ricerche, vedere se c'è petrolio, vedere
la quantità di petrolio", ha aggiunto. La Petrobras stima nei
giacimenti al largo degli stati di Amapá, Amazzonia, Maranhao,
Piauì, Cearà e Rio Grande Nord una riserva potenziale di 5,6
miliardi di barili di petrolio. Quantità capace di aumentare del
37% del totale delle riserve brasiliane, attualmente di 14,8
miliardi di barili.
Il capo dello stato ha evidenziando che la Petrobras è
un'azienda "responsabile ed esperta" e, in caso di estrazione di
petrolio nella regione "rispetterà tutte le procedure" per
evitare danni ambientali. L'Ibama ha in diverse occasioni
confermato la contrarietà al rilascio della licenza evidenziando
"l'elevata sensibilità ambientale degli ecosistemi" e il
possibile impatto negativo "sulle attività di alcune comunità
indigene e per la sopravvivenza e la sicurezza della fauna
locale".
"Non possiamo sapere che c'è ricchezza sotto di noi e non
esplorarla, soprattutto perché è da questa ricchezza che
otterremo le risorse economiche per costruire la famosa e
sognata transizione energetica", ha concluso Lula.
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