La presidente della
Camera dei deputati del Cile, Karol Cariola, ha annunciato che
si rivolgerà alla Corte interamericana dei diritti umani (Cidh)
per denunciare la "grave violazione dei suoi diritti" subita in
occasione della perquisizione della sua abitazione, ordinata
dalla Procura mentre partoriva il suo primo figlio. Il
provvedimento è stato autorizzato nell'ambito dell'inchiesta per
presunto traffico di influenze nel caso Sierra Bella, in cui è
indagata insieme ad altre persone.
"Mio figlio Borja e io siamo stati vittime di una grave
violazione dei nostri diritti, poiché poche ore dopo il mio
parto, le autorità dello Stato del Cile hanno deciso di fare
irruzione nella nostra casa, invadendo il nostro spazio privato,
mettendo a rischio la nostra integrità fisica e psicologica", ha
affermato Cariola in un video diffuso sui social network,
aggiungendo che "il mio compagno e la mia famiglia hanno
presenziato alla minaccia della polizia di entrare addirittura
nella sala parto dell'ospedale in cui mi trovavo".
La presidente sottolinea che la decisione è immotivata visto
che ha sempre collaborato con la giustizia. "Ho consegnato
volontariamente ciò che mi hanno chiesto tramite la mia
famiglia. Non c'era bisogno di uno scandalo del genere. E' stata
commessa una grande ingiustizia", ha affermato, aggiungendo che
la condotta illegale di cui è accusata si basa inoltre su
"informazioni false".
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