I paesi dell'Ue potrebbero smettere di condividere informazioni di intelligence con gli Stati Uniti se Donald Trump avesse condiviso informazioni segrete con la Russia. Lo riferiscono fonti ufficiali europee all'Associated Press, dopo il caso sollevato dal Washington Post, secondo cui Trump avrebbe rivelato una informazione altamente classificata al ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e all'ambasciatore di Mosca in Usa Serghiei Kisliak durante il loro incontro alla Casa Bianca la scorsa settimana.
Secondo il New York Times, le informazioni classificate che il presidente Trump ha condiviso con la Russia sono state fornite da Israele, che è uno degli alleati più stretti e importanti degli Stati Uniti. Trump sarà in Israele la prossima settimana.
Il leader democratico al Senato, Charles Schumer, ha chiesto che Trump renda disponibili al Congresso le trascrizioni complete e non riviste del suo incontro con i russi alla Casa Bianca .
"Come presidente volevo condividere con la Russia (durante un incontro alla Casa Bianca programmato pubblicamente), cosa che ho il diritto assoluto di fare, fatti relativi al terrorismo e alla sicurezza del volo aereo. Ragioni umanitarie, inoltre voglio che la Russia rafforzi notevolmente la sua lotta contro l'Isis e il terrorismo": così il presidente Usa Donald Trump ha commentato in un tweet le accuse del Washington Post,
As President I wanted to share with Russia (at an openly scheduled W.H. meeting) which I have the absolute right to do, facts pertaining....
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 16 maggio 2017
...to terrorism and airline flight safety. Humanitarian reasons, plus I want Russia to greatly step up their fight against ISIS & terrorism.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 16 maggio 2017
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, bolla le 'voci' come "qualcosa che non si può né confermare né smentire. Non ci compete - ha aggiunto - non vogliamo avere niente a che fare con questa fesseria".
Ad intervenire è stato anche il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, H.R. McMaster, il quale ha detto che Trump non ha compromesso alcuna fonte di intelligence nel suo colloquio con i russi e che non teme uno stop di informazioni.
Il Washington Post, citando attuali ed ex dirigenti Usa, sostiene che Trump ha rivelato una informazione altamente classificata al ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e all'ambasciatore di Mosca in Usa Serghiei Kisliak durante il loro incontro alla Casa Bianca la scorsa settimana, mettendo in pericolo una fonte di intelligence sull'Isis. L'informazione riguarderebbe la minaccia legata all'uso dei laptop in aereo. L'informazione, scrive il Wp, era stata fornita da un partner americano attraverso un accordo per la condivisione dell'intelligence considerato cosi' delicato che i dettagli non erano stati resi noti agli alleati ed erano stati tenuti altamente riservati anche all'interno del governo Usa. Il partner inoltre non aveva dato il permesso per condividere il materiale con la Russia. Dopo la rivelazione, dirigenti della Casa Bianca avrebbero preso misure per contenere il danno, chiamando la Cia e la Nsa. "Questa e' una parola in codice", ha commentato un dirigente Usa usando la terminologia usata dalle agenzie di intelligence americane per indicare il livello piu' alto di segretezza. E ha aggiunto che Trump "ha rivelato piu' informazioni all'ambasciatore russo di quante abbiamo condiviso con i nostri alleati"
Il consigliere per la Sicurezza nazionale americano H.R. McMaster ha liquidato quanto riferito dal Washington Post come "una storia falsa". "Non e' successo", ha detto Mcmaster, ricordando che lui era presente all'incontro.
Anche il segretario di Stato americano Rex Tillerson ha negato che siano stati discussi fonti o metodi di intelligence, ma ha ammesso che Trump ha parlato della ''natura di specifiche minacce''. Gli ha fatto eco la viceconsigliera per la Sicurezza nazionale Dina Powell: ''Questa storia e' falsa, il presidente ha discusso solo le comuni minacce che entrambi i Paesi fronteggiano''. Ma nella sintesi della Casa Bianca del colloquio con Lavrov e l'ambasciatore russo in Usa Serghiei Kisliak non c'e' alcun riferimento ad una discussione della minaccia terroristica.
"La Casa Bianca deve fare presto qualcosa per riportare se stessa sotto controllo e nell'ordine", ha dichiarato il repubblicano Bob Corker, presidente della commissione Esteri del Senato americano. Il senatore ha riconosciuto che il team per la Sicurezza nazionale e' solido e sta facendo un buon lavoro ma, ha avvisato, "il caos creato dalla mancanza di disciplina sta creando un ambiente preoccupante". Il senatore democratico Mark Warner, vicepresidente della commissione Intelligence, ha twittato: "se vero, questo e' uno schiaffo in faccia alla comunita' dell'intelligence. Mettere a rischio fonti e metodi non e' scusabile, in particolare con i russi".
Casa Bianca smentisce Nyt, no richesta Trump a Comey- Il presidente Donald Trump ha chiesto a James Comey in febbraio, quando era ancora a capo dell'Fbi, di chiudere l'indagine su Michael Flynn, il consigliere alla sicurezza nazionale travolto dal Russiagate. Lo riporta il New York Times citando un documento scritto da Comey poco dopo la richiesta di Trump, avanzata di persona nello Studio Ovale. Il documento di Comey è la prova più chiara, mette in evidenza il New York Times, del fatto che Trump abbia cercato di influenzare il Dipartimento di Giustizia e l'Fbi sul Russiagate. La Casa Bianca smentisce il New York Times, secondo il quale il presidente Donald Trump avrebbe chiesto a James Comey di mettere fine all'indagine su Michael Flynn, il consigliere alla sicurezza nazionale travolto dal Russiagate. ''Il presidente non ha mai chiesto a Comey o ad altri di fermare le indagini su Flynn'' afferma la Casa Bianca, sottolineando che Trump ha rispetto ''per le agenzie governative e per tutte le indagini''.
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