"Siamo solidali con i componenti
dell'associazione 'Medici a mani nude' e con le loro famiglie.
Siamo disponibili a valutare le loro richieste di ristori e a
rappresentarle nelle giuste sedi". Così il presidente della
Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici
chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, al termine
dell'incontro con una delegazione dell'associazione, guidata dal
presidente Gennaro Avano. Nata lo scorso ottobre, 'Medici a mani
nude' raccoglie i familiari di medici di medicina generale e
pediatri di libera scelta deceduti dopo avere contratto il
Covid. L'intento è quello di unire le forze e far sentire, tutti
insieme, le loro ragioni.
"Chiediamo ristori per le nostre gravissime perdite. I medici
di famiglia e pediatri di libera scelta caduti nel corso della
pandemia per Covid 19, in quanto convenzionati, non possono
beneficiare di indennizzi Inail - spiega Avano -. Chiediamo alle
Istituzioni e agli enti preposti di attivarsi affinché siano
erogate misure di ristoro tout court per i figli e per i coniugi
dei nostri cari, medici di base e pediatri di libera scelta,
deceduti sul lavoro per aver contratto il virus durante il
valoroso servizio di assistenza ai pazienti, svolto con grande
senso del dovere e grande generosità, e senza sottrarsi al
pericolo a cui andavano incontro". Sono 365 i medici caduti per
il Covid, ricordati sul Portale della Fnomceo: circa la metà
erano medici di medicina generale - che operavano come medici di
famiglia, guardie mediche, medici penitenziari, del 118, delle
Rsa - o pediatri di libera scelta.
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