La degenza di papa Francesco al Policlinico Gemelli, dov'è ricoverato da venerdì scorso dopo il riacutizzarsi della bronchite e l'insorgere di un'infezione alle vie respiratorie, si allunga. Gli esami medici, infatti, hanno fatto emergere un "quadro clinico complesso" e un'origine "polimicrobica" dell'infezione, il che - pur essendo tuttora il Pontefice senza febbre - ha consigliato una rimodulazione della terapia in corso, come pure una degenza ospedaliera più duratura di quella cui si pensava finora.
"I risultati degli accertamenti effettuati nei giorni scorsi e nella giornata odierna hanno dimostrato una infezione polimicrobica delle vie respiratorie che ha determinato una ulteriore modifica della terapia", ha fatto sapere la Sala stampa vaticana nella tarda mattinata. "Tutti gli accertamenti effettuati sino ad oggi sono indicativi di un quadro clinico complesso che richiederà una degenza ospedaliera adeguata", è stato aggiunto. Il portavoce vaticano Matteo Bruni ha comunque sottolineato che "l'umore del Papa è buono".
Francesco inoltre "ha riposato bene, ha trascorso una notte tranquilla", e dopo la colazione "si è dedicato alla lettura dei quotidiani". In serata, poi, è stato comunicato che "il Santo Padre continua ad essere apiretico e sta proseguendo la terapia prescritta. Le condizioni cliniche sono stazionarie".
Questa mattina "ha ricevuto l'Eucaristia e successivamente si è dedicato ad alcune attività lavorative e alla lettura di testi". Il Papa "è toccato dai numerosi messaggi di affetto e vicinanza che continua a ricevere in queste ore". In particolar modo "intende rivolgere il proprio ringraziamento a quanti in questo momento sono ricoverati in ospedale, per l'affetto e l'amore che esprimono attraverso i disegni ed i messaggi augurali; prega per loro e chiede che si preghi per lui".
Le prime conseguenze dei nuovi sviluppi diagnostici e terapeutici sono che è stata subito rivista l'agenda del Papa per i prossimi giorni: annullata quindi l'udienza generale di mercoledì 19 febbraio, mentre Francesco non sarà alla messa nella Basilica Vaticana domenica 23 per il Giubileo dei Diaconi.
Per quanto riguarda altri impegni successivi, nel fitto palinsesto giubilare, al momento nulla è deciso. E' necessario, infatti, che le terapie diano i loro risultati e che l'infezione abbia il suo decorso fino a completo esaurimento, prima di pensare ad un ritorno del Pontefice in Vaticano e nella sua residenza di Casa Santa Marta, oltre che ai suoi appuntamenti quotidiani. Bergoglio, comunque, anche dalla sua "camera dei Papi" al decimo piano del Policlinico Universitario, continua a portare avanti l'ordinaria amministrazione. Oggi, ad esempio, ha nominato vescovo della Diocesi di Grajaú (Brasile) il reverendo Giuseppe Luigi Spiga, del clero dell'Arcidiocesi di Cagliari, missionario 'fidei donum' nel Paese sudamericano.
In questi giorni, intanto, il Papa ha continuato a fare la sua chiamata quotidiana alla parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza. "Il Papa ci ha chiamati venerdì e sabato, era di buon umore, la voce un po' affaticata, ma ha voluto sapere come stiamo. Un collaboratore gli ha passato il telefono e ha potuto parlare con noi. Ieri invece ha riposato e sapevamo che non avrebbe telefonato", ha detto al Tgcom24 uno dei responsabili della parrocchia.
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