Rinvio in autunno e non al
prossimo anno per le elezioni degli organi delle Province in
Sardegna, secondo il nuovo assetto definito nella scorsa
legislatura con sei enti intermedi più due città metropolitane.
In virtù di un emendamento al testo, già modificato in
commissione, passato in Aula, le elezioni dei presidenti e dei
Consigli provinciali saranno indette dalla presidente della
Regione entro il mese di luglio 2025 e si svolgeranno entro i
sessanta giorni successivi, settembre 2025.
I referendum nei Comuni che hanno già espresso ed
esprimeranno (entro dieci giorni dall'entrata in vigore del
testo) la scelta di cambiare Provincia di appartenenza avranno
luogo, invece, "contestualmente al primo turno elettorale delle
elezioni amministrative", l'8 e 9 giugno 2025, in concomitanza
anche con i referendum nazionali promossi dalla Cgil.
Il Consiglio regionale ha approvato, in extremis, questa
mattina la proposta di legge firmata dal capogruppo Pd Roberto
Deriu e dal consigliere di Orizzonte Comune Lorenzo Cozzolino e
illustrata dal presidente della prima commissione (Autonomia)
Salvatore Corrias, modificata più volte nel corso dell'iter ed
emendata direttamente in Aula con l'anticipazione delle date.
Il testo, di natura tecnica, prevede in primo luogo la
riapertura dei termini "per l'accertamento della volontà dei
territori interessati a far parte di una Provincia o Città
metropolitana diversa da quella prospettata dall'attuale,
provvisorio, assetto territoriale", e la fissazione del periodo
entro il quale dovranno essere ufficialmente indette le
consultazioni popolari. Da ciò, hanno spiegato i promotori,
discende l'esigenza di posticipare le elezioni degli organi
provinciali. Il termine previsto per indire le elezioni scadeva
inizialmente domani (già posticipato nella precedente
legislatura) e con questa norma, che punta anche a prendere
tempo in attesa che a livello nazionale si sciolga il nodo sulle
consultazioni di primo o secondo livello, si vuole garantire ai
Comuni interessati da referendum la rappresentanza all'interno
dell'ente prescelto.
La terza disposizione, conseguente, della legge è la proroga
dei commissari delle Province nominati a settembre 2024 per
gestire il passaggio fino alle elezioni. Critiche dalla
minoranza di centrodestra che ha parlato di "un'ennesima
proroga" e "dei soliti ritardi". Per molti esponenti
dell'opposizione sarebbe stato preferibile "votare subito anche
con l'elezione di secondo livello e non perdere altro tempo".
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