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Le parole del giorno: 'extra omnes', fuori tutti

Le parole del giorno: 'extra omnes', fuori tutti

La frase che 'chiude' la Sistina, poi al via le votazioni

CITTÀ DEL VATICANO, 02 maggio 2025, 15:00

Redazione ANSA

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'Extra omnes ', fuori tutti © ANSA/AFP

'Extra omnes ', fuori tutti © ANSA/AFP

 Extra omnes. Due, semplici, parole che segnano uno dei momenti più importanti dell'elezione del Pontefice. Quel 'fuori tutti' di fronte al quale ogni cardinale si troverà di fronte alla scelta di indicare il nome del nuovo Papa. Tutti insieme, ma ognuno da solo di fronte alla scheda elettorale, tra dubbi o certezze, con la responsabilità di indicare uno e un solo nome che salirà al soglio pontificio.

'Extra omnes' è la locuzione che viene pronunciata dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, dal 2021 monsignor Diego Ravelli, con il quale si dà ufficialmente il via alle sessioni di votazione del Conclave. Una volta giunti i cardinali elettori nel coro della cappella Sistina, infatti, il decano pronuncerà il giuramento in cui tutti i porporati prometteranno di "osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni" nonché di fare voto di segretezza sull'elezione, osservando imparzialità e terzietà. Solo al termine del giuramento di ogni singolo cardinale, il maestro delle celebrazioni pronuncia la formula 'extra omnes'. Tutti - ad eccezione dello stesso maestro e dell'incaricato all'ultima meditazione - lasciano la cappella Sistina, la cui porta viene chiusa per consentire ai cardinali di procedere alla prima votazione al termine della preghiera. Un tempo la frase veniva pronunciata, sempre dal maestro delle celebrazioni liturgiche, all'inizio del Concistoro segreto e alle fasi iniziali dell'assise conciliare, con lo stesso invito ad abbandonare il luogo ai non addetti.

La formula viene fatta risalire all'epoca di Gregorio X, che stabilì - con la costituzione apostolica Ubi Periculum del 1274 - la clausura dei cardinali per evitare ritardi, tentativi di influenza esterna e corruzioni che in diversi casi si erano verificati. Una decisione arrivata dopo la fase di stallo che si verificò dopo la morte del suo predecessore - Clemente IV -, quando i cittadini di Viterbo - all'epoca sede papale - rinchiusero letteralmente i cardinali nel Palazzo dei Papi per costringerli a scegliere il Pontefice dopo 19 mesi di sede vacante.
   

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