Dominique Mamberti, 73 anni, francese, è nato a Rabat in Marocco, ma è cresciuto in Corsica.
E' il Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, ovvero il capo del massimo tribunale di diritto canonico della Santa Sede. Giurista di formazione, nella sua carriera ha fatto soprattutto il diplomatico, specialmente in Africa.
Ha studiato legge a Strasburgo e a Parigi, poi si è laureato in Diritto canonico all'Università Gregoriana di Roma. Per il servizio diplomatico della Santa Sede, ha lavorato in Algeria, Cile, all'Onu a New York, in Sudan, Somalia ed Eritrea. Nel 2006 è stato chiamato da Benedetto alla segreteria di Stato, come Segretario per i rapporti con gli stati. Con questo incarico, ha stipulato accordi con diversi stati sullo status giuridico della Chiesa e sull'insegnamento religioso.
Nel 2014 la sua carriera ha avuto una volta. Papa Francesco lo ha tolto dal servizio diplomatico e lo messo nella magistratura vaticana, nominandolo Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Nel 2015 lo ha nominato cardinale. L'anno scorso, Mamberti è diventato il cardinale protodiacono. In pratica, colui che dovrà annunciare l'"habemus papam" e il nome del nuovo pontefice dalla terrazza di San Pietro.
Il cardinale francese viene giudicato un canonista ortodosso.
E non potrebbe essere altrimenti, visto che guida il tribunale supremo della chiesa. Mamberti è considerato in Vaticano anche un esperto di politica internazionale, in particolare sull'America Latina, le Nazioni Unite, l'Africa, il Medio Oriente e l'Islam. Un prelato con particolari capacità diplomatiche e con una notevole esperienza di geopolitica.
Il cardinale ha una visione di diritto internazionale basato sulla dignità e sulla natura dell'umanità, radicata nel diritto naturale. Sostiene inoltre la tutela della libertà religiosa, dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Nel 2013, in un'intervista alla Radio Vaticana Mamberti ha sostenuto la legittimità di una clausola di coscienza per i datori di lavoro cristiani che rifiutavano servizi agli omosessuali, e ha condannato il crescente secolarismo.
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