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La voce delle pie donne dal requiem a Pro eligendo

La voce delle pie donne dal requiem a Pro eligendo

Barbara: 'Al funerale ho cantato l'assolo pensando a S.Agostino"

CITTÀ DEL VATICANO, 03 maggio 2025, 12:55

di Nina Fabrizio

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La voce delle  'pie donne ', dal Requiem a Pro Eligendo - RIPRODUZIONE RISERVATA

La voce delle 'pie donne ', dal Requiem a Pro Eligendo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Barbara quasi tremava dall'emozione ma ha reagito come fece per il funerale dalla amata madre ormai tanti anni fa. Per l'ultimo coro per la sua mamma, così come per quello per papa Francesco, ha tirato fuori quella forza, quella concentrazione, e quella lucidità che hanno reso l'esibizione indimenticabile, in grado di sublimare anche il dolore stesso.

"S. Agostino diceva - ricorda all'ANSA Barbara Sciarra Casale che è anche insegnante di musica e liturgista - chi canta bene, prega due volte, quel canto è preghiera, nel requiem e nelle litanie noi cantavamo "ora pro eo" e non "pro nobis". La benedizione finale con il saluto è stato proprio il canto "In Paradiso ti accompagnino gli Angeli e ti conducano nella santa Gerusalemme". E forse lì, ho realizzato, che Papa Francesco non c'era più, un forte dolore come quello che ho provato con San Giovanni Paolo II per il quale pure cantai le esequie".

 Barbara, Natalia, Geraldine, Emanuela sono le quattro cantori del Coro della basilica di San Pietro che hanno accompagnato centinaia di messe del Pontefice, non solo con strepitosi assoli proprio come nei funerali del Papa ma occupandosi di tantissimi aspetti, dalla disposizione dei posti, alle cosiddette monizioni, alla guida del rosario. C'erano loro a cantare anche alla veglia di Pasqua, quella che ha preceduto di appena due giorni la morte del pontefice. E sempre a loro è toccato cantare in uno dei funerali più partecipati della storia mondiale, con tanti potenti e tante teste coronate omaggiare il feretro di Francesco. Un Papa con cui avevano un rapporto ormai filare, fatto di saluti affettuosi e complicità, lo aspettavano tutte le domeniche dopo la messa nei giardini vicino Santa Marta dove lui non mancava mai di avvicinarsi per fare due chiacchiere, una battuta, un'osservazione sulla messa, si informava delle loro famiglie e dei loro bambini. Le chiamava le mie "pie donne" sulla falsa riga delle pie donne del Vangelo, la Madonna, Maria di Cleofa e Maria di Magdala che secondo la tradizione, assistettero alla morte di Gesù e alla sua sepoltura. Quando Barbara ha ricevuto la terribile telefonata che le comunicava la dipartita di Francesco è rimasta "di sasso".

"E' vero che quando lo abbiamo salutato quella domenica di Pasqua - racconta - , abbiamo notato un'atmosfera strana, non era la stessa atmosfera di sempre, anche nelle persone attorno a lui c'era qualcosa che non andava. Lo stesso, quando è passato con la macchina e poi con la papamobile, non aveva gli stessi movimenti di sempre, era più rigido e dopo il giro di piazza è rientrato da un'altra parte, vedevo che non veniva verso di noi e la cosa ci ha sorpreso un po' tutte, siamo andate via un po' melancoliche. La mattina poi alla notizia, siamo rimaste di sasso, una totale doccia fredda".

Il rapporto con Papa Francesco, ricorda Barbara che ha conosciuto tre Papi, "era più diretto, scherzavamo, a Natalia per esempio una volta disse, un giorno o l'altro vi ritrovo nel piatto della minestra, perché noi avevamo la consuetudine di salutarci ogni domenica prima che rientrasse a Santa Marta".

 Le "pie donne" ora già da giorni sono state convocate per cantare nella Missa pro eligendo pontifice, quella che il 7 maggio mattina aprirà di fatto il conclave, ultimo grande appuntamento prima dell'extra omnes. "Adesso non mi faccio domande sul dopo", confida, "il nostro ruolo continua e mi concentro sulla musica e sulla liturgia, anche nella pro eligendo con la Sistina continueremo a fare il nostro servizio".
La celebrazione successiva ancora, che animeranno, sarà già la messa di intronizzazione del nuovo Papa. Perché le "pie donne" sono sempre là dove sta Gesù. 
   

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