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Malagò per legge non può ricandidarsi: 'I risultati non sono bastati'

Malagò per legge non può ricandidarsi: 'I risultati non sono bastati'

'Mi inchino alle legge, ma deve restare tale sempre. Invece negli ultimi anni è cambiata due volte'

14 aprile 2025, 19:46

Redazione ANSA

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Il presidente del Coni Giovanni Malagò - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente del Coni Giovanni Malagò - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanni Malagò è stato di parola: aveva promesso che il 14 aprile in Consiglio Nazionale avrebbe detto tutto e così è stato.

Cala dunque il sipario sul suo regno, lungo 12 anni racchiusi in tre mandati da presidente Coni e 142 medaglie olimpiche (estive e invernali) portate a casa.

Ma le norme vigenti gli vietano di presentarsi per il quarto quadriennio consecutivo.

"Mi inchino alla legge - dice davanti ai presidenti degli organismi sportivi -. Però deve restare tale sempre, invece negli ultimi anni è cambiata già due volte". Il riferimento è alla norma modificata e che ha permesso ai presidenti federali di scavallare i tre mandati consecutivi. "E io sono stato il primo firmatario per il ricorso al Tar - spiega -. Si dice però che la differenza stia nel fatto che le federazioni sono enti di diritto privato, mentre il Coni un ente pubblico. Ma allora il Cip? Non è un ente pubblico?". Ma nulla di personale contro Pancalli, sottolinea Malagò: "Solo che ci sono normative che sono chiare verso una parte e non per altre".

Per questo parla di "ingiustizia" a fronte anche di "conti in ordine, risultati sportivi straordinari, due olimpiadi portate in Italia e un prestigio internazionale ricostruito", quest'ultimo dopo il no incassato alla candidatura di Roma 2024.

C'è poi il rammarico di non aver ottenuto nemmeno una proroga di sei mesi a presidente del Coni per poter condurre in porto i Giochi di Milano Cortina e qui il riferimento è alla legge n.115 del 9 agosto del 2022 che regola la governance della fondazione di Milano-Cortina a 14 membri. "Non è stato concesso nemmeno l'onore delle armi - è il grido del n.1 del Coni -. Come sono cambiate due volte le leggi si poteva cambiare quel numero di 14 membri del CdA per altri sei mesi". Malagò infatti è presente nel Cda con il duplice ruolo di presidente del Coni e membro Cio. Dunque con l'elezione del nuovo presidente il prossimo 26 giugno, andrebbe, secondo Malagò, cambiata la legge alzando il numero di membri oltre i 14. Inoltre per lo stesso motivo bisognerebbe prevedere l'ingresso del nuovo presidente paralimpico al posto di Pancalli nella governance della Fondazione di Milano Cortina.

"Per questo se ora cambiano questa legge è la prova provata di un torto che devono riconoscermi - spiega ancora Malagò -. Se non la cambiano invece sono seriamente preoccupato per l'organizzazione di Milano-Cortina".

Dopo lo sfogo in consiglio Malagò si è poi riunito informalmente con i presidenti federali con l'obiettivo di "trovare un candidato che compatti il movimento", dice andando via Malagò.

Con i presidenti federali si riunirà nuovamente dopo Pasqua e se molti di loro ritengono che il candidato debba esser trovato tra uno di loro, c'è anche chi come Petrucci che estende la lista dei papabili a un esterno che comunque abbia la convergenza del mondo sportivo. Oggi, intanto, sono tre le candidature: Buonfiglio (presidente FICK), Pancalli (in uscita da n.1 Cip) ed Ettore Thermes (velista), quest'ultimo l'unico ad averla anche già consegnata e che per tutta la giornata si è aggirato per le stanze di Palazzo H in cerca di voti. Resta coperto, invece, il nome di Diana Bianchedi, nonostante si sia detta pronta a guidare il Coni.

"Ma chiunque sarà, serve una riappacificazione in Consiglio con il ritorno di Barelli e Binaghi", è l'augurio di Petrucci che trova pronta la replica del n.1 FITP ("serve una persona che ci dia le garanzie che sono mancate"). Restano dunque poco più di due mesi al voto e al primo scrutinio serviranno 42 voti su 83 aventi diretti per essere eletto. Insomma, la partita per la poltrona a capo dello sport italiano è appena cominciata. 

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