Niente poker di vittorie per Mats Pedersen sul lungomare di Napoli: il danese maglia rosa conserva il primato in classifica generale, ma deve rinunciare al quarto urrà in sei tappe al termine di una frazione - la Potenza-Napoli, la più lunga del Giro con i suoi 227 km - segnata pesantemente da una maxi caduta che ha stravolto le strategie della maglia rosa di poter contare su un arrivo in volata a lui congeniale.
Accade tutto a 72 chilometri dall'arrivo quando il gruppo, all'inseguimento del francese Paleni e dell'olandese Van der Hoorn in fuga dal km 35, sta transitando nel comune di Sperone (Avellino). Si procede ad andatura lenta e su un tratto in leggera discesa. L'asfalto appare in buone condizioni, ma la pioggia ci mette lo zampino rendendolo viscido come il sapone e facendo perdere l'equilibrio all'australiano Jai Hindley. Il suo ruzzolone ne provoca altri a cascata: alla fine saranno circa una trentina i corridori che faranno ricorso alle cure mediche per le escoriazioni riportate. Tre quelli che devono lasciare la corsa: oltre allo stesso Hindlej, uno dei gregari di punta di uno dei favoriti per la vittoria finale, lo sloveno Roglic, il tedesco Hollmann (per lui sospetta frattura del bacino) e il neozelandese Smith. Per Hindlej, vincitore del Giro 2022, vittima di un trauma cranico e in stato choc, è necessario l'arrivo dell'ambulanza.
La corsa viene prima rallentata e poi fermata per una mezzora circa, con i corridori a discutere tra loro e con gli organizzatori sul da farsi: poi la decisione di ripartire da Nola neutralizzando la gara quando mancano 55 km all'arrivo con l'assegnazione della sola vittoria di tappa senza abbuoni, e neutralizzando appunto i distacchi.
Alla fine a sorridere è Kaden Groves della Alpecin che in una volata piuttosto anomala, e ristretta a un gruppo ridotto di velocisti, regola il belga Fretin e il francese Magnier.
Pedersen arriva staccato, ma poco conta: la maglia rosa resta saldamente sulle sue spalle. Almeno per oggi. Domani con la settima tappa, la Castel di Sangro-Tagliacozzo di 168 km, arrivano infatti le prime salite e cambieranno le gerarchie in classifica. Classico tappone appenninico quello di domani, fatto di salite e discese con l'impegnativa vetta del Monte Urano, breve ma con pendenze fino al 14%. Si sale anche oltre i 1200 metri di Roccaraso e i 1300 di Ovindoli. Lo sa bene la maglia rosa: "Molto probabilmente - dice Pedersen a fine gara - domani sarà il mio ultimo giorno in maglia rosa, è stato un onore indossarla per così tanti giorni". Resta il rimpianto per la tappa di oggi che lo ha visto coinvolto nella caduta: "Ho dolore al fianco destro. Fossi stato bene mi sarebbe piaciuto giocarmi le mie carte in una volata del genere, ma non c'era motivo per prendere rischi".
Non si è fatto fermare dalla pioggia invece il ministro dello Sport Andrea Abodi. Per lui giro in bicicletta con tappa al parco Verde di Caivano e l'incontro con il prete anticamorra don Maurizio Patriciello a significare che la presenza del Giro d'Italia a Napoli va oltre la cartolina del lungomare.
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