Sono passati oltre quattro decenni,
ma la sua corsa sfrenata ed il seguente urlo senza fine, dopo la
rete segnata nella finale del Mundial '82, sono ancora sotto i
riflettori, immagine dell'Italia felice di quegli anni. Domani
Marco Tardelli compie 70 anni, ma é sempre illuminato dalle luci
della notte del Bernabeu, gli azzurri che battono 3-1 la
Germania dopo aver - contro ogni pronostico - superato le
colonne d'Ercole costituite dall'Argentina di Maradona e dal
Brasile di Zico. Quell'Italia di Enzo Bearzot lui la ricorda
sempre come "una grande squadra".
E' stato uno dei primi "universali" del calcio, voluto alla
Juve da Giampiero Boniperti all'epoca degli scudetti targati
Trapattoni (cinque per lui, più una Coppa Campioni, una Uefa,
una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia). Con la sua corsa
frenetica - lo chiamavano Schizzo, ma il maestro Bearzot lo
aveva ribattezzato 'Coyote' per le notti insonni - Tardelli ha
macinato tutte le zone del campo, sempre con grande classe e
stile. Perché a pallone sapeva giocare bene e lo testimoniano
non solo i successi azzurri e quelli in bianconero, ma anche una
splendida doppietta al Real Madrid con la maglia dell'Inter,
quando il cammino agonistico si avviava alla conclusione.
Toscano di Careggine, nato in una famiglia operaia ultimo di
quattro fratelli, veste le maglie del Pisa (all'epoca faceva
anche il cameriere part-time in un ristorante vicino Piazza dei
Miracoli, dove racconta spesso di aver servito Dino Zoff, al
quale poi sarebbe succeduto brevemente come capitano Juve) e del
Como ad inizio carriera. Numero 8 della Juventus per 11 stagioni
(dal 1975 al 1985, con 295 presenze e 35 reti), quindi due anni
all'Inter, per chiudere in Svizzera, al San Gallo.
Il mondo del calcio gli è rimasto dentro ed una volta smesso
di giocare è stato responsabile dell'Under 16 azzurra, poi vice
di Cesare Maldini nell'Under 21 con il quale vince l'Europeo. Ha
allenato il Como in serie C ed il Cesena in B. Nel 1996 è ancora
secondo di Maldini, ma questa volta per la nazionale maggiore.
L'anno dopo guida l'Under 23 a vincere l'oro ai Giochi del
Mediterraneo. In serie A lo chiama in panchina l'Inter e quella
è la vetta della sua carriera da tecnico, anche se l'esperienza
termina con un esonero. Non mancano a Tardelli esperienze
all'estero, come ct dell'Egitto e - vice di Giovanni Trapattoni
- alla guida dell'Irlanda. E' stato commentatore televisivo
alla 'Domenica Sportiva', oltre che di altri programmi sportivi
della Rai.
Nella sua lunga carriera da calciatore, piena di tanti bei
ricordi, ha purtroppo trovato spazio anche l'esperienza
dell'Heysel, la sua ultima partita in maglia bianconera. "Poteva
essere una delle vittorie più belle, ma ciò che accadde, quella
tragedia immane, ha cancellato tutto" ha ricordato anni dopo. Ed
ha sempre difeso la scelta di giocare: "Cosa sarebbe accaduto se
non fossimo scesi in campo? Io mi rispondo che avrebbero potuto
esserci grossi problemi, quindi non potevamo fare diversamente".
L'uomo a cui l'imminenza delle partite provocava l'insonnia,
per molti anni tra i più gettonati oggetti del desiderio
femminile, ha smesso quando, a San Gallo, si è accorto che non
aveva più voglia di giocare alla domenica, anche se continuava
ad allenarsi. Ma quell'urlo di gioia rimane nei sogni. Suoi, e
di chi non riesce a smettere di amare quella magnifica follia
chiamata calcio.
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