(di Lorenzo Padovan)
Il Verona passa di misura a Udine,
1-0 con grande punizione di Duda, e mette un mattone forse
decisivo nella costruzione della salvezza. I friulani sono
invece apparsi irriconoscibili rispetto alle ultime uscite e non
hanno mai impensierito la retroguardia scaligera. Lo stop
odierno mette probabilmente fine a qualsiasi velleità europea.
Runjaic deve rinunciare in extremis a capitan Thauvin, alle
prese con un problema alla pianta del piede che lo mette a
rischio anche per la ripresa del torneo in casa dell'Inter: al
suo posto chance inattesa per Sanchez. Atta e Payero sono
laterali sui generis del 4-4-2. Zanetti non recupera Tengsted e
propone in attacco Mosquera, in difesa Ghilardi prende il posto
dello squalificato Valentini. Arbitra Ayroldi della sezione di
Molfetta, ma da anni curiosamente residente a pochi chilometri
dal Blunenergy stadium. Per lui trasferta da affrontare in
bicicletta.
Si parte al rallentatore: la prima occasione arriva solo al
22' con il solito Lucca che, di testa, manda alto sopra la
traversa su assist di Zemura. Il match non decolla e gli unici
brividi li regala Kristensen che, già ammonito, rischia (e forse
meriterebbe) due volte il secondo giallo. Il primo tempo scivola
via senza emozioni coi due portieri completamente inoperosi.
Runjaic capisce che Kristensen è in confusione e lo lascia
negli spogliatoi nell'intervallo: entra Ehizibue, che dopo pochi
istanti lascia partire una staffilata che sibila a fil di palo.
Bocciatura - l'ennesima - per Sanchez: anche lui, dopo i primi
45' da fantasma, non sbuca dal tunnel per disputare la ripresa,
sostituito da Ekkelenkamp. I padroni di casa sembrano però più
determinati e al 12' Atta conclude di forza dal limite,
difettando di precisione. Ci prova anche Lovric con una
punizione a sorpresa, ma la sfera finisce sul fondo. La fase
offensiva dell'Udinese resta timida e così c'è spazio anche Iker
Bravo per Payero, per affiancare lo spagnolo a bomber Lucca.
Al 24' arriva la prima - grande - occasione per il Verona:
dopo un'azione di rimessa, Duda si ritrova libero al limite, il
suo destro lascia di stucco Okoye, ma la traiettoria non è
vincente per centimetri. E' il preludio al vantaggio: tre minuti
dopo, sempre lo slovacco estrae dal cilindro una punizione dai
25 metri che si insacca all'incrocio dei pali.
Runjaic a 10' dalla fine prova il tutto per tutto con Davis e
Pafundi, che prendono il posto di Lucca e Lovric, entrambi
sottotono. Non c'è però nemmeno la capacità di allestire un
assalto finale per il pareggio: l'emblema della sterilità
offensiva dei bianconeri, è la presa alta di Montipò al 92',
prima sfera toccata con le mani dall'estremo difensore in tutta
la gara.
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